Differenze tra le versioni di "IPv6 @ GOLEM"

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==== Configurazione del client ====
 
==== Configurazione del client ====
===== Connessione alla VPN =====
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===== Connessione alla VPN con Wireguard =====
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1. Lato client, generare una coppia di chiavi pubblica/privata e inviare la chiave pubblica al sysop.
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$ wg genkey | tee client.example.com.privkey | wg pubkey > client.example.com.pubkey
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Il sysop si occuperà di aggiungere la chiave pubblica tra quelle consentite al server, sceglierà un indirizzo IP in base al piano di indirizzamento, e ve lo comunicherà.
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2. Creare un file di configurazione come segue, in cui scrivere opportunamente la vostra chiave privata e l'indirizzo IP assegnato. Prestare particolare attenzione a modificare i campi della sezione <code>Interface</code>, come indicato nelle note.
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[Interface]
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# PrivateKey = YoUrGoRgEoUsAnDsEcUrEpRiVaTeKeY=              # vedi note, scegliere questo...
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# PostUp = wg set %i private-key ./client.example.com.privkey # vedi note,                ...oppure questo
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Address = 2001:470:c844:100::'''200'''/64                          # vedi note
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# vpn.golem.linux.it
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[Peer]
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PublicKey = w63aGvoyPaUTgA8nW/NJS6Qqp2hUFvHRBbIH8Qb5ISY= 
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AllowedIPs = 2000::/3                                     
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Endpoint = vpn.golem.linux.it:51280
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PersistentKeepalive = 37
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'''Note'''
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* <code>Interface</code> (sezione di configurazione dell'endpoint ''locale'')
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** scegliere una delle seguenti opzioni per indicare la chiave privata del client, scommentando la riga apposita.
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*** ''PrivateKey'': chiave privata del client, da custodire con cura, inline
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*** ''PostUp = command'': chiave privata del client, da custodire con cura, e caricata automaticamente da un file esterno (es. creato col comando mostrato in precedenza)
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** ''Address'': indirizzo IP comunicato dal sysop: riportarlo accuratamente, altrimenti non sarà possibile utilizzare la VPN
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* <code>[Peer]</code> (sezione di configurazione dell'endpoint ''remoto'' / server)
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** ''PublicKey'': chiave pubblica del server (sì, è proprio quella)
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** ''AllowedIPs'': indirizzi raggiungibili tramite la VPN, a scelta:
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*** <code>2001:470:c844::/48</code>: solo la [[IPv6 @ GOLEM | rete IPv6 virtuale del GOLEM]]
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*** <code>2000::/3</code>: tutti gli indirizzi IPv6 (è possibile utilizzare la VPN del GOLEM per [[IPv6 @ GOLEM | navigare ''davvero'' in IPv6]])
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** ''Endpoint'': indirizzo del server
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** ''PersistentKeepalive'': timer per mantenimento del tunnel attivo (in secondi); particolarmente utile se l'indirizzo IP del client cambia o è soggetto a NAT
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La connessione può essere attivata tramite systemd come sul server (spostandola in ''/etc/wireguard/''), oppure manualmente utilizzando <code>wg-quick</code>:
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* Attivazione del tunnel
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wg-quick up client.example.conf
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* Disattivazione del tunnel
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wg-quick down client.example.conf
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3. Provare il collegamento
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# ping 2001:470:c844:100::1    # server VPN, dentro al tunnel (per verificare se il collegamento funziona)
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# ping 2001:470:c844:100::200  # gateway in Officina (per verificare se il collegamento funziona; talvolta non raggiungibile se abbiamo staccato la luce)
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# ping ipv6.google.com        # per verificare l'accessibilità dell'Internet pubblico IPv6, nel caso non si abbia già accesso
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===== Connessione alla VPN con OpenVPN =====
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{{Note
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|type=warning
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|text='''Attenzione''': è in corso di sperimentazione la nuova VPN con Wireguard. Le istruzioni per OpenVPN sono ancora valide ed i due sistemi al momento coesistono (estate 2024), ma OpenVPN è in fase di dismissione.
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}}
 
{{Note
 
{{Note
 
|type=reminder
 
|type=reminder

Versione delle 21:10, 27 giu 2024

Due parole su questa pagina

Questa pagina è un maldestro tentativo:

  • per riassumere le ragioni che ci hanno portato a decidere di dotarci di IPv6;
  • per documentare la nostra infrastruttura di rete;

Golem-template-note-warning.png Molte configurazioni descritte in questa pagina sono state fatte nell'ottica (anche) di fornire IPv6 tramite la nostra VPN, per cui si consiglia la lettura della pagina dedicata. Eventualmente (un giorno) le due pagine verranno (forse) accorpate.


A chi si rivolge questa pagina

Due parole sull'IPv6

IPv6 è un "nuovo" protocollo a livello di rete che da diversi anni sta sostituendo IPv4. Le novità introdotte da IPv6 sono molteplici; tra queste, quella che balza immediatamente all'occhio è l'enorme dimensione dello spazio di indirizzamento.

Protocollo lunghezza indirizzo numero indirizzi
IPv4 32 bit <math>2^{32}</math> = 4 miliardi
IPv6 128 bit <math>2^{128}</math> = 256 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi

Su questo pianeta vi sono circa 8 miliardi di persone [1], di cui la metà [2] è connessa a Internet, e nei paesi sviluppati hanno anche più di un dispositivo connesso. Si aggiungano i numerosissimi apparati di rete e server necessari per il funzionamento dell'infrastruttura e la fornitura di servizi, e si può facilmente intuire che IPv4 non è più sufficiente per le attuali necessità.

Mentre questa pagina veniva scritta, gli IPv4 stavano finendo [3]. Nel novembre 2019, il RIPE (il registro europeo) ha terminato l'assegnazione degli ultimi indirizzi IPv4 assegnati all'Europa, [4] e adesso vengono solo riutilizzati quelli vecchi, che significa che:

  • non ci sono più indirizzi "nuovi" e dunque non è più possibile richiederli con facilità;
  • se si vogliono degli indirizzi IPv4, si viene messi in lista d'attesa, finché il precedente proprietario fallisce e rilascia i propri.

IPv4 vs IPv6

Notazione

  • IPv4 → 4 byte rappresentati con numeri decimali separati da un punto, es: 192.0.2.127
  • IPv6 → 16 byte, ogni byte è rappresentato da due cifre esadecimali; ogni 4 cifre esadecimali si inseriscono i due punti :; come in IPv4 è possibile omettere gli zeri in testa; la più lunga sequenza di zeri allineata a 4 può essere omessa per intero; esempi (indirizzi equivalenti):
    • 2001:0470:c844:0020:0000:0000:0000:0001
    • 2001:470:c844:20:0:0:0:1
    • 2001:470:c844:20::1

Tipi di indirizzi

  • IPv6 Reference Card by RIPE [5]

Riassunto:

IPv6 Equivalente IPv4 Significato
::1/128 127.0.0.1 Indirizzo loopback
fc00::/7 192.168.0.0/16, 10.0.0.0/8, 172.16.0.0/12 Indirizzo privato
fe80::/10 169.254.0.0/16 Indirizzo link-local (univoco nella rete locale, e autoassegnato)
2001:db8::/32 192.0.2.0/24 Esempi e documentazione
2000::/3 Indirizzi unicast globalmente raggiungibili

Indirizzi pubblici vs privati

Gli IPv6 sono così tanti che non c'è bisogno di utilizzare indirizzi privati: niente NAT, niente port-forwarding. Questo restituisce connettività end-to-end ai dispositivi e apre numerose nuove possibilità di impiego, rimaste nascoste per anni a causa della scarsità di IPv4 e degli osceni espedienti inventati. Una banalità: non sarà più necessario passare attraverso un server terzo per condividere documenti, chattare o telefonare ai propri contatti.

Se necessarie, le caratteristiche di "sicurezza" introdotte dal NAT possono essere sostituite e accorpate a un banale firewall.

Progettazione di una rete

Nel progettare una rete con IPv4, la necessità principale è quella di risparmiare sugli indirizzi, perciò vengono usati prefissi di rete di varia lunghezza. Nel progettare una rete con IPv6, si hanno a disposizione così tanti indirizzi che conviene utilizzarli in maniera da renderne più agevole una distribuzione logica.

Sono così identificate le seguenti dimensioni standard per le reti IPv6 (nulla vieta di usare dimensioni personalizzate):

  • /126: contiene 2 soli host, utilizzata per i collegamenti punto-punto nell'infrastruttura di rete;
  • /64: è la più piccola rete che dovrebbe essere fatta; dimensione utilizzata nelle LAN; lo spazio di indirizzamento è esageratamente sovradimensionato ed è sufficiente per qualunque LAN immaginabile (è 4 miliardi di volte più grande di tutta la rete Internet IPv4); viene usata in ambito domestico;
  • /56: contiene 256 reti di dimensione /64, viene usata in ambito domestico o per piccole imprese;
  • /48: contiene 65536 reti di dimensione /64, viene usata in ambito aziendale;

Le LAN non devono avere un prefisso più lungo di /64, perché molte nuove funzionalità introdotte con IPv6 (es SLAAC, Privacy Extension, ...), e anche funzionalità che saranno introdotte in futuro, daranno per scontato che le reti abbiano almeno questa dimensione.

Ottenere connettività IPv6

  • si può richiedere nativamente al proprio ISP. Quando è stata scritta questa pagina, in Italia non erano molti gli operatori che fornivano connettività IPv6 nativa; adesso sono di più, perché gli IPv4 sono finiti, e non sarebbe altrimenti possibile fare business, ma alcuni operatori (specialmente quelli più grandi e noti), ancora non forniscono connettività IPv6 nativa;
  • si possono fare dei tunnel che veicolano il traffico IPv6 all'interno dei pacchetti IPv4 (sprecando un po' di banda);

Tunnel:

  • pro:
    • molti sono gratuiti;
  • contro:
    • spreco di banda per incapsulare i pacchetti (qualche decina di byte in più per ogni pacchetto, circa 20 ogni 1500);
    • maggiore latenza;
    • alcuni richiedono un indirizzo IPv4 statico; altri richiedono complicate configurazioni per l'uso con indirizzi dinamici;
    • alcuni non funzionano dietro NAT (la quasi totalità delle reti domestiche);

Considerazioni e descrizione generale

Come portare IPv6 al GOLEM?

È stato realizzato un tunnel tra un intermediario e il nostro VPS. L'intermediario inoltra al VPS tutti i pacchetti destinati alla nostra rete. La nostra rete viene scomposta in sottoreti: una rete di backbone, una per l'officina e una per ogni altro punto di accesso necessario, es. uno per ogni abitazione dei soci. Il VPS conosce le rotte per raggiungere ogni singola sottorete e inoltra i pacchetti che riceve dall'intermediario verso il giusto router di ogni punto di accesso. Il router del punto di accesso inoltra i pacchetti allo specifico host destinatario.

Si procede analogamente a ritroso.

In figura è mostrata la prima versione di visione logica della rete realizzata:

  • HE (Hurricane Electric) è il provider fornitore IPv6;
  • OVH è il nostro provider per il VPS;
  • VPS è il nostro VPS;
  • serverozzo è il gateway in Officina Informatica;

Esistono delle pagine dedicate per la documentazione sulla VPN e sulla Rete del GOLEM.

Iniziare: rete /64

Sono l'amministratore di rete e voglio attivare il tunnel IPv6 per la prima volta. Come iniziare?

Ci si registra su TunnelBroker e viene assegnata d'ufficio una rete IPv6 /64.

Il broker comunica i dettagli del suo PoP (Point of Presence):

IPv4: 216.66.84.42
IPv6: 2001:470:1f12:69::1

L'IPv6 sarà utilizzato sul collegamento tunnel virtuale, collegato all'interfaccia del VPS che chiameremo he6in4. Dalla nostra parte, he6in4 avrà come indirizzo 2001:470:1f12:69::2.

Attiviamo il tunnel, aggiungendo questo al /etc/network/interfaces:

auto he6in4
iface he6in4 inet6 v4tunnel
        address 2001:470:1f12:69::2
        netmask 64
        endpoint 216.66.84.42
        gateway 2001:470:1f12:69::1
        ttl 64

Possiamo adesso verificare la connettività tra il VPS e il PoP del broker con:

$ ip -6 addr
$ ping 2001:470:1f12:69::1

e la connettività con l'Internet IPv6 con:

$ ping 2a00:1450:4002:80a::200e

che, per completezza, è l'IPv6 di ipv6.google.com

Nella maggior parte dei casi il server DNS IPv4 usato sin'ora ha anche il supporto per risolvere nomi IPv6.

Rete /48

Siccome una rete IPv6 fisica (per esempio, una rete domestica) ha dimensione /64, ma il GOLEM, a sua volta, diventa provider per i soci, noi vogliamo tante reti, per l'officina e per i soci, richiediamo manualmente una /48. Non ci piace essere spreconi, ma ci piace rispettare anche le RFC: a new era of Internet: [6] [7]

Ci è stata assegnata la rete 2001:470:c844::/48, che significa:

  • tutto il traffico di Internet IPv6 diretto a un indirizzo che cade in 2001:470:c844::/48 verrà instradato verso il nostro VPS;
  • abbiamo a disposizione ben <math>2^{80}</math> indirizzi per pianificare la nostra rete come più ci aggrada;

Lo so, dopo anni bui di NAT dopo NAT e carenza di indirizzi, questa sembra fantascienza.

Piano di indirizzamento

Chiamarlo piano di indirizzamento è fargli un complimento immeritato; chiamiamola guida ragionata all'assegnazione dei nostri indirizzi.

Sia dato l'indirizzo IPv6:

127                   79     63                         0
    2001 : 0470 : c844 : rrrr : xxxx : xxxx : xxxx : xxxx

Siccome abbiamo 80 bit a disposizione e la rete più piccola che possiamo fare secondo RFC è di 64 bit, possiamo fare ben <math>2^{16}</math> reti (rrrr nell'esempio). Per semplicità (perché alla fine è a questo che servono tutti questi indirizzi in IPv6), poniamo rrrr = uugy, dove:

  • uu (8 bit) identifica l'utente;
  • g (4 bit) identifica il gateway dell'utente (<math>2^4</math> = 16 gateway per utente)
  • y (4 bit) identifica la sottorete personale di quel gateway dell'utente (<math>2^4</math> = 16 sottoreti per gateway)

Il VPS instrada direttamente tutta la sottorete /60 verso il gateway dell'utente, il quale può decidere di suddividerla come preferisce su quel gateway, da un unica grande rete /60, a 16 "piccole" reti /64.

Sono così riservate:

00gy Servizio (per la VPN)
01gy non usata
02gy Officina (16 gateway × 16 reti)
03gy Socio-A (16 gateway × 16 reti)
04gy Socio-B (16 gateway × 16 reti)
05gy ...

Il numero di rete rrrr sarà usato:

  • per instradare tutto il traffico diretto a 2001:470:c844:rrg0::/60 verso il gateway dell'utente;
  • per assegnare l'indirizzo 2001:470:c844::rrg0/64 al gateway dell'utente nella rete di servizio;

Si noti la "piccola" differenza.

Per esempio, supponiamo di voler attivare serverozzo, per il quale:

  • uu = 02 (02 è l'utente Officina)
  • g = 0 (0 il primo — e al momento unico — gateway in Officina)

allora:

  • serverozzo avrà indirizzo 2001:470:c844::200/64 lato VPN;
  • tutto il traffico per 2001:470:c844:200::/60 verrà instradato verso serverozzo;

E su serverozzo potranno essere create fino a 16 reti, per esempio:

  • per la rete cablata Ethernet dell'Officina (2001:470:c844:200::/64 sull'interfaccia ethI);
  • per la rete wireless dell'Officina (2001:470:c844:201::/64 sull'interfaccia wlan0);
  • per la rete cablata bus RS-485 (2001:470:c844:202::/64 sull'interfaccia ttyS0);
  • per le macchine virtuali su KVM (2001:470:c844:203::/64 sull'interfaccia vir0);
  • per le macchine virtuali su docker (2001:470:c844:204::/64 sull'interfaccia docker0);
  • ...

Nota: questo è solo un esempio, la configurazione finale su serverozzo è ancora in fase di definizione.

Nella prima rete di servizio (2001:470:c844::/64) ci sono:

  • il VPS
  • tutti i gateway
    • per esempio, serverozzo
    • per esempio, i gateway dei soci

I gateway dei soci non sono diversi da serverozzo, e tuttavia la loro configurazione può essere più semplice se invece che da gateway fungono come semplici end-point.

Così organizzate, le risorse si esauriranno in questo ordine:

  • la banda a disposizione del VPS (500M/500M);
  • la capacità computazionale e di memoria del VPS per l'inoltro dei pacchetti;
  • gli IPv6 (gli IPv6 non finiranno mai)

Non essendo una rete a maglie, ma semplicemente un albero, il routing è definito staticamente. Se la rete si evolverà e le singole "isole" dovessero iniziare a connettersi a maglia in maniera incontrollata, potranno essere impiegati algoritmi dinamici, ma considerata la dimensione del bacino di utenti, non dovrebbe essere necessario.

OpenVPN

Nel tunnel di OpenVPN è presente la prima rete di servizio 2001:470:c844::/64 (con rrrr = 0000).

Disegnata così sembra una rete layer 2, ma in realtà è possibile solo traffico dal layer 3 in su. Per il layer 2 viene usato il protocollo interno di OpenVPN.

Per mantenere coerenza nella configurazione dei client di OpenVPN, delle rotte statiche, e per sapere a chi è stata assegnata una determinata sottorete, abbiamo realizzato vpnunit, un piccolo software Python che si occupa di aggiornare i file di configurazione necessari per OpenVPN e le rotte con ip route.

Golem-template-note-warning.png Il file di configurazione qui riportato è una bozza generale di come è impostato il server, ma per l'attuale configurazione in esecuzione si vedano i backup di vpnunit.


Configurazione del server OpenVPN sul VPS server:

port xxxxx
proto udp

dev tun

ca /etc/openvpn/keys/ca.crt
cert /etc/openvpn/keys/server.crt
dh /etc/openvpn/keys/dh2048.pem

server 10.0.0.0 255.255.255.0
server-ipv6 2001:470:c844::1/64
ifconfig-ipv6 2001:470:c844::1 2001:470:c844::2

topology subnet

push "route-ipv6 ::/0"
push "route-ipv6 2001:470:c844::/48"

client-config-dir /etc/openvpn/staticclients

comp-lzo
keepalive 10 120
persist-key
persist-tun

user nobody
group nogroup

verb 3
status openvpn-status.log

In particolare:

  • server 10.0.0.0 255.255.255.0 va messo comunque anche se non si intende utilizzare l'IPv4 nel tunnel; è una limitazione (teorica) al numero di indirizzi IPv6 utilizzabili, ma comunque (in pratica) il server scoppierebbe ben prima;
  • ifconfig-ipv6 2001:470:c844::1 2001:470:c844::2 il server OpenVPN sarà accessibile attraverso il tunnel tramite l'indirizzo 2001:470:c844::2
  • push "route-ipv6 ::/0" il server OpenVPN comunica ai client che è il default gateway per l'Internet IPv6; naturalmente, ogni client è libero di usare il gateway che preferisce, ma se non ha connettività IPv6 non potrà far altro che utilizzare questo;
  • push "route-ipv6 2001:470:c844::/48" è necessario comunicare a tutti i client che la nostra rete è raggiungibile per mezzo del server OpenVPN; questo non esclude la possibilità che due reti utente vicine tra loro possano interconnettersi fisicamente e direttamente;

Golem-template-note-reminder.png In teoria basta la sola rotta di default, ma in pratica non funziona (si suppone per come è fatto il protocollo openVPN a livello 2)


Aggiungere un Gateway Utente / Client OpenVPN

Verrà presa ad esempio la configurazione del gateway di officina serverozzo, che, secondo quanto stabilito nei precedenti paragrafi avrà indirizzo 2001:470:c844::200 e inoltrerà i pacchetti da/per la rete 2001:470:c844:200::/60.

Golem-template-note-reminder.png I paragrafi di configurazione manuale del gateway utente sono utili per capire il funzionamento dei vari comandi, ma all'amministratore di rete è proibito effettuare queste operazioni manualmente: si deve usare lo script vpnunit, cha si occupa di creare tutte queste configurazioni a mano, e, siccome si tratta di diversi file sparsi, tenerli aggiornati e coerenti tra loro.


Generare chiave SSL

Seguire la guida VPN del GOLEM per generare le chiavi.

Configurazione del server OpenVPN

Comunicare al client il suo indirizzo IPv6 statico

Sul server OpenVPN, nel file di configurazione del client /etc/openvpn/staticclients/hostname, scrivere le seguenti righe:

ifconfig-ipv6-push 2001:470:c844::200/64
iroute-ipv6 2001:470:c844:200::/60

Rispettivamente per:

  • assegnare indirizzo statico al gateway utente / client openvpn;
  • permettere al client di inoltrare sul tunnel i pacchetti provenienti dalla rete alle sue spalle; questo serve al protocollo di openVPN per il layer 2, altrimenti non vengono fatti passare pacchetti con indirizzo sorgente diverso da quelli della rete di servizio; in alternativa si poteva fare un tunnel tap e utilizzare Ethernet a livello 2;
Inoltrare i pacchetti per la nuova rete

Sul server OpenVPN, impostare la rotta per la nuova rete.

Utilizzare l'apposito script di configurazione /root/route-ipv6.sh e lanciarlo con argomento add:

# ip -6 route add 2001:470:c844:200::/60 via 2001:470:c844::200

Configurazione del client

Connessione alla VPN con Wireguard

1. Lato client, generare una coppia di chiavi pubblica/privata e inviare la chiave pubblica al sysop.

$ wg genkey | tee client.example.com.privkey | wg pubkey > client.example.com.pubkey

Il sysop si occuperà di aggiungere la chiave pubblica tra quelle consentite al server, sceglierà un indirizzo IP in base al piano di indirizzamento, e ve lo comunicherà.

2. Creare un file di configurazione come segue, in cui scrivere opportunamente la vostra chiave privata e l'indirizzo IP assegnato. Prestare particolare attenzione a modificare i campi della sezione Interface, come indicato nelle note.

[Interface]
# PrivateKey = YoUrGoRgEoUsAnDsEcUrEpRiVaTeKeY=               # vedi note, scegliere questo...
# PostUp = wg set %i private-key ./client.example.com.privkey # vedi note,                 ...oppure questo
Address = 2001:470:c844:100::200/64                           # vedi note

# vpn.golem.linux.it
[Peer]
PublicKey = w63aGvoyPaUTgA8nW/NJS6Qqp2hUFvHRBbIH8Qb5ISY=   
AllowedIPs = 2000::/3                                      
Endpoint = vpn.golem.linux.it:51280
PersistentKeepalive = 37

Note

  • Interface (sezione di configurazione dell'endpoint locale)
    • scegliere una delle seguenti opzioni per indicare la chiave privata del client, scommentando la riga apposita.
      • PrivateKey: chiave privata del client, da custodire con cura, inline
      • PostUp = command: chiave privata del client, da custodire con cura, e caricata automaticamente da un file esterno (es. creato col comando mostrato in precedenza)
    • Address: indirizzo IP comunicato dal sysop: riportarlo accuratamente, altrimenti non sarà possibile utilizzare la VPN
  • [Peer] (sezione di configurazione dell'endpoint remoto / server)
    • PublicKey: chiave pubblica del server (sì, è proprio quella)
    • AllowedIPs: indirizzi raggiungibili tramite la VPN, a scelta:
    • Endpoint: indirizzo del server
    • PersistentKeepalive: timer per mantenimento del tunnel attivo (in secondi); particolarmente utile se l'indirizzo IP del client cambia o è soggetto a NAT

La connessione può essere attivata tramite systemd come sul server (spostandola in /etc/wireguard/), oppure manualmente utilizzando wg-quick:

  • Attivazione del tunnel
wg-quick up client.example.conf
  • Disattivazione del tunnel
wg-quick down client.example.conf

3. Provare il collegamento

# ping 2001:470:c844:100::1    # server VPN, dentro al tunnel (per verificare se il collegamento funziona)
# ping 2001:470:c844:100::200  # gateway in Officina (per verificare se il collegamento funziona; talvolta non raggiungibile se abbiamo staccato la luce)
# ping ipv6.google.com         # per verificare l'accessibilità dell'Internet pubblico IPv6, nel caso non si abbia già accesso
Connessione alla VPN con OpenVPN

Golem-template-note-warning.png Attenzione: è in corso di sperimentazione la nuova VPN con Wireguard. Le istruzioni per OpenVPN sono ancora valide ed i due sistemi al momento coesistono (estate 2024), ma OpenVPN è in fase di dismissione.


Golem-template-note-reminder.png Questo file di configurazione contiene indicazioni di massima per il client: da quando abbiamo realizzato lo script vpnunit, il file di configurazione viene prodotto automaticamente, e ingloba anche i file di certificato e chiave in un unico file. L'amministratore di rete può agevolmente scaricarlo e inviarlo all'utente.


Usare questo file di configurazione sul client openvpn:

client
dev tun
proto udp
remote golem.linux.it xxxxx
resolv-retry infinite
nobind

user nobody
group nogroup

ns-cert-type server
ca /etc/openvpn/golem.linux.it/ca.crt
cert /etc/openvpn/golem.linux.it/serverozzo.crt
key /etc/openvpn/golem.linux.it/serverozzo.key

keepalive 30 120
persist-key
persist-tun

comp-lzo

verb 3

Se il client OpenVPN è un nodo foglia della rete, cioè non funge da gateway perché si deve collegare solo lui (es. smartphone), allora c'è già connettività IPv6 e non serve fare altro.

Se invece il client è il gateway della rete IPv6 (es. serverozzo, o il router di casa di uno dei soci che vuole navigare in IPv6), allora bisogna configurarlo come indicato nell'apposita sezione.

Client VPN come gateway

Impostare il client VPN come gateway IPv6 per l'isola

Abilitare inoltro pacchetti IPv6

Nel file /etc/sysctl.conf:

net.ipv6.conf.all.forwarding=1

Installare e configurare radvd

radvd è il demone di router advertisement. Per la configurazione automatica degli indirizzi e del gateway in IPv6 non è necessario un complesso server DHCP, ma vista la vastità dello spazio di indirizzamento (anche la rete più piccola ha ben <math>2^{64}</math> indirizzi disponibili) basta il più semplice radvd. Un router con radvd, a intervalli regolari, trasmette un messaggio in broadcast a tutti gli host della rete, informandoli sul prefisso di rete da utilizzare; a questo punto gli host possono autoconfigurarsi col metodo che preferiscono (es. SLAAC con o senza estensione per la privacy).

Installare radvd:

# apt install radvd

Configurare il file /etc/radvd.conf:

interface ethI {
        AdvSendAdvert on;
        MinRtrAdvInterval 2;
        MaxRtrAdvInterval 10;
        prefix 2001:db8::/64 {
                AdvOnLink on;
                AdvAutonomous on;
                AdvRouterAddr on;
        };
        RDNSS 2620:119:53::53 {
                AdvRDNSSLifetime 3600;
        };
};

dove

  • interface br0 indica l'interfaccia interna su cui fare advertise;
  • prefix 2001:db8::/64 indica la rete a valle;
  • RDNSS 2620:119:53::53 indica il server DNS (nell'esempio specifico, OpenDNS);

Firewall

Per il VPS

Inoltrare solo i pacchetti da/per le reti note.

Golem-template-note-attention.png Non ancora testato!


# ip6tables -A FORWARD -d 2001:470:c844::/48 -i he6in4 -j ACCEPT
# ip6tables -A FORWARD -s 2001:470:c844::/48 -o he6in4 -j ACCEPT
# ip6tables -P FORWARD DROP

Per gli host

Gli indirizzi IPv6 sono tutti pubblici, perciò è bene che tutti gli host, compresi quelli domestici che sin'ora sono stati dietro a un (s)comodo NAT, attivino degli strumenti atti a prevenire accessi indesiderati dall'esterno.

Golem-template-note-reminder.png Nota bene: salvare queste impostazioni, per esempio con iptables-save e iptables-restore, altrimenti verranno perse al riavvio.


Direttamente sull'host

Si può agire direttamente sugli host da proteggere:

# ip6tables -A INPUT -m state --state ESTABLISHED,RELATED -j ACCEPT
# ip6tables -A INPUT -p icmpv6 -j ACCEPT
# ip6tables -P INPUT DROP

In generale con Linux questa operazione non è comunque necessaria, perché tanto non vi sono servizi esposti a meno che non siano stati installati esplicitamente. Si noti che ICMPv6 deve comunque sempre essere abilitato in quanto necessario al funzionamento di IPv6.

Dal gateway

Invece di configurare il firewall su ogni host singolarmente, si può configurare il gateway una volta sola per proteggere tutta la rete a valle:

# ip6tables -A FORWARD -s 2001:470:c844:rrrr::/64 -j ACCEPT
# ip6tables -A FORWARD -m state --state ESTABLISHED,RELATED -j ACCEPT
# ip6tables -P FORWARD DROP

Nell'ordine:

  • blocca l'inoltro di tutti i pacchetti
  • abilita l'inoltro dei pacchetti in uscita dalla rete
  • abilita l'inoltro dei pacchetti correlati a connessioni già stabilite

Questo impedisce l'accesso indesiderato a tutti gli host della rete, compresi gli host con Windows che possono starsene "sicuri" anche senza il firewall, pur esponendo servizi (NetBIOS, Samba).

Eccezioni

Se si desidera comunque rendere accessibile un proprio server in particolare, è possibile istruire il gateway con un'eccezione, aggiungendo:

# ip6tables -A FORWARD -d 2001:470:c844:rrrr::host -j ACCEPT

Questo è qualcosa che "assomiglia" vagamente al vecchio port forwarding.

Torrent

La banda è limitata, e non è consentito traffico di materiale illegale. Occore limitare il traffico bit-torrent almeno al gateway finale (VPS).

Golem-template-note-reminder.png TODO: Questa sezione è da fare!


Risoluzione problemi

Geolocalizzazione

Il tunnel è localizzato in Francia. A causa di restrizioni imposte a causa del diritto d'autore, alcuni siti, specialmente di streaming video, come Netflix, Rai.tv o Youtube, potrebbero bloccare l'accesso ai contenuti italiani dal tunnel francese. Per inibire temporaneamente l'uso del tunnel IPv6 su un host:

# sysctl -w net.ipv6.conf.all.disable_ipv6=1