IPv6 @ GOLEM
Due parole su questa pagina
Questa pagina è un maldestro tentativo:
- per riassumere le ragioni che ci hanno portato a decidere di dotarci di IPv6;
- per documentare la nostra infrastruttura di rete;
A chi si rivolge questa pagina
- se sei l'amministratore di rete, buona lettura :-)
- se sei un socio, vedi come configurare il tuo client; è sufficiente leggere solo questo paragrafo.
Due parole sull'IPv6
IPv6 è un "nuovo" protocollo a livello di rete che da diversi anni sta sostituendo IPv4. Le novità introdotte da IPv6 sono molteplici; tra queste, quella che balza immediatamente all'occhio è l'enorme dimensione dello spazio di indirizzamento.
Protocollo | lunghezza indirizzo | numero indirizzi |
IPv4 | 32 bit | 232 = 4 miliardi |
IPv6 | 128 bit | 2128 = 256 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi |
Su questo pianeta vi sono circa 8 miliardi di persone [1], di cui la metà [2] è connessa a Internet, e nei paesi sviluppati hanno anche più di un dispositivo connesso. Si aggiungano i numerosissimi apparati di rete e server necessari per il funzionamento dell'infrastruttura e la fornitura di servizi, e si può facilmente intuire che IPv4 non è più sufficiente per le attuali necessità.
Mentre questa pagina veniva scritta, gli IPv4 stavano finendo [3]. Nel novembre 2019, il RIPE (il registro europeo) ha terminato l'assegnazione degli ultimi indirizzi IPv4 assegnati all'Europa, [4] e adesso vengono solo riutilizzati quelli vecchi, che significa che:
- non ci sono più indirizzi "nuovi" e dunque non è più possibile richiederli con facilità;
- se si vogliono degli indirizzi IPv4, si viene messi in lista d'attesa, finché il precedente proprietario fallisce e rilascia i propri.
IPv4 vs IPv6
Notazione
- IPv4 → 4 byte rappresentati con numeri decimali separati da un punto, es:
192.0.2.127
- IPv6 → 16 byte, ogni byte è rappresentato da due cifre esadecimali; ogni 4 cifre esadecimali si inseriscono i due punti
:
; come in IPv4 è possibile omettere gli zeri in testa; la più lunga sequenza di zeri allineata a 4 può essere omessa per intero; esempi (indirizzi equivalenti):2001:0470:c844:0020:0000:0000:0000:0001
2001:470:c844:20:0:0:0:1
2001:470:c844:20::1
Tipi di indirizzi
- IPv6 Reference Card by RIPE [5]
Riassunto:
IPv6 | Equivalente IPv4 | Significato |
::1/128
|
127.0.0.1
|
Indirizzo loopback |
fc00::/7
|
192.168.0.0/16 , 10.0.0.0/8 , 172.16.0.0/12
|
Indirizzo privato |
fe80::/10
|
169.254.0.0/16
|
Indirizzo link-local (univoco nella rete locale, e autoassegnato) |
2001:db8::/32
|
192.0.2.0/24
|
Esempi e documentazione |
2000::/3
|
Indirizzi unicast globalmente raggiungibili |
Indirizzi pubblici vs privati
Gli IPv6 sono così tanti che non c'è bisogno di utilizzare indirizzi privati: niente NAT, niente port-forwarding. Questo restituisce connettività end-to-end ai dispositivi e apre numerose nuove possibilità di impiego, rimaste nascoste per anni a causa della scarsità di IPv4 e degli osceni espedienti inventati. Una banalità: non sarà più necessario passare attraverso un server terzo per condividere documenti, chattare o telefonare ai propri contatti.
Se necessarie, le caratteristiche di "sicurezza" introdotte dal NAT possono essere sostituite e accorpate a un banale firewall.
Progettazione di una rete
Nel progettare una rete con IPv4, la necessità principale è quella di risparmiare sugli indirizzi, perciò vengono usati prefissi di rete di varia lunghezza. Nel progettare una rete con IPv6, si hanno a disposizione così tanti indirizzi che conviene utilizzarli in maniera da renderne più agevole una distribuzione logica.
Sono così identificate le seguenti dimensioni standard per le reti IPv6 (nulla vieta di usare dimensioni personalizzate):
- /126: contiene 2 soli host, utilizzata per i collegamenti punto-punto nell'infrastruttura di rete;
- /64: è la più piccola rete che dovrebbe essere fatta; dimensione utilizzata nelle LAN; lo spazio di indirizzamento è esageratamente sovradimensionato ed è sufficiente per qualunque LAN immaginabile (è 4 miliardi di volte più grande di tutta la rete Internet IPv4); viene usata in ambito domestico;
- /56: contiene 256 reti di dimensione /64, viene usata in ambito domestico o per piccole imprese;
- /48: contiene 65536 reti di dimensione /64, viene usata in ambito aziendale;
Le LAN non devono avere un prefisso più lungo di /64, perché molte nuove funzionalità introdotte con IPv6 (es SLAAC, Privacy Extension, ...), e anche funzionalità che saranno introdotte in futuro, daranno per scontato che le reti abbiano almeno questa dimensione.
Ottenere connettività IPv6
- si può richiedere nativamente al proprio ISP. Quando è stata scritta questa pagina, in Italia non erano molti gli operatori che fornivano connettività IPv6 nativa; adesso sono di più, perché gli IPv4 sono finiti, e non sarebbe altrimenti possibile fare business, ma alcuni operatori (specialmente quelli più grandi e noti), ancora non forniscono connettività IPv6 nativa;
- si possono fare dei tunnel che veicolano il traffico IPv6 all'interno dei pacchetti IPv4 (sprecando un po' di banda);
Tunnel:
- pro:
- molti sono gratuiti;
- contro:
- spreco di banda per incapsulare i pacchetti (qualche decina di byte in più per ogni pacchetto, circa 20 ogni 1500);
- maggiore latenza;
- alcuni richiedono un indirizzo IPv4 statico; altri richiedono complicate configurazioni per l'uso con indirizzi dinamici;
- alcuni non funzionano dietro NAT (la quasi totalità delle reti domestiche);
Considerazioni e descrizione generale
Come portare IPv6 al GOLEM?
È stato realizzato un tunnel tra un intermediario e il nostro VPS. L'intermediario inoltra al VPS tutti i pacchetti destinati alla nostra rete. La nostra rete viene scomposta in sottoreti: una rete di backbone, una per l'officina e una per ogni altro punto di accesso necessario, es. uno per ogni abitazione dei soci. Il VPS conosce le rotte per raggiungere ogni singola sottorete e inoltra i pacchetti che riceve dall'intermediario verso il giusto router di ogni punto di accesso. Il router del punto di accesso inoltra i pacchetti allo specifico host destinatario.
Si procede analogamente a ritroso.
In figura è mostrata la prima versione di visione logica della rete realizzata:
- HE (Hurricane Electric) è il provider fornitore IPv6;
- OVH è il nostro provider per il VPS;
- VPS è il nostro VPS;
- serverozzo è il gateway in Officina Informatica;
Per permettere il collegamento tra il VPS e un punto di accesso (anche noto in questa pagina come gateway dell'utente), non essendo possibile stendere dei cavi fisici in giro per l'Europa, utilizzeremo la nostra VPN. Esistono delle pagine dedicate per la documentazione sulla Rete del GOLEM.
Iniziare: rete /64
Sono l'amministratore di rete e voglio attivare il tunnel IPv6 per la prima volta. Come iniziare?
Ci si registra su TunnelBroker e viene assegnata d'ufficio una rete IPv6 /64.
Il broker comunica i dettagli del suo PoP (Point of Presence):
IPv4: 216.66.84.42 IPv6: 2001:470:1f12:69::1
L'IPv6 sarà utilizzato sul collegamento tunnel virtuale, collegato all'interfaccia del VPS che chiameremo he6in4. Dalla nostra parte, he6in4 avrà come indirizzo 2001:470:1f12:69::2
.
Attiviamo il tunnel, aggiungendo questo al /etc/network/interfaces:
auto he6in4 iface he6in4 inet6 v4tunnel address 2001:470:1f12:69::2/64 endpoint 216.66.84.42 local 152.228.140.73 ttl 255
Se si vuole utilizzare il tunnel come default gateway, aggiungere anche:
gateway 2001:470:1f12:69::1
È possibile utilizzare un solo default gateway su Linux, perciò assicurarsi di non confliggere con la configurazione IPv6 del vostro provider (se c'è)
e verificare la connettività tra il VPS e il PoP del broker con:
$ ip -6 addr $ ping 2001:470:1f12:69::1
e la connettività con l'Internet IPv6 con:
$ ping 2a00:1450:4002:80a::200e
che, per completezza, è l'IPv6 di ipv6.google.com
Nella maggior parte dei casi il server DNS IPv4 usato sin'ora ha anche il supporto per risolvere nomi IPv6.
Probabilmente però non si vorrà utilizzare questa configurazione, bensì sfruttare la rete /48 come spiegato nel prossimo paragrafo.
Rete /48
Siccome una rete IPv6 fisica (per esempio, una rete domestica) ha dimensione /64, ma il GOLEM, a sua volta, diventa provider per i soci, noi vogliamo tante reti, per l'officina e per i soci, richiediamo manualmente una /48. Non ci piace essere spreconi, ma ci piace rispettare anche le RFC: a new era of Internet: [6] [7]
Ci è stata assegnata la rete 2001:470:c844::/48
, che significa:
- tutto il traffico di Internet IPv6 diretto a un indirizzo che cade in 2001:470:c844::/48 verrà instradato verso il nostro VPS;
- abbiamo a disposizione ben 280 indirizzi per pianificare la nostra rete come più ci aggrada;
Lo so, dopo anni bui di NAT dopo NAT e carenza di indirizzi, questa sembra fantascienza.
Routing
Si può decidere di instradare tutto il traffico IPv6 tramite il tunnel broker, senza mai utilizzare l'IPv6 assegnato dal provider.
Se però il server dispone già di un IPv6 assegnato dal provider, probabilmente si vuole e si può:
- utilizzare il suo IPv6 per navigare dal server, usando il gateway del provider
- utilizzare il gateway del tunnel broker solo per instradare i pacchetti della rete /48 che è stata assegnata
Al GOLEM abbiamo fatto questa seconda scelta. Perciò, non si deve aggiungere il gateway del tunnel broker come default gateway della configurazione in /etc/network/interfaces, ma si deve aggiungere una regola di routing a mano per la sottorete del GOLEM, di fatto implementando source routing.
Chiamasi source routing l'instradamento dei pacchetti fatto in base al loro indirizzo sorgente e non quello di destinazione, che è il modo standard
1. Modificare /etc/iproute2/rt_tables aggiungendo una nuova tabella di routing:
200 golemsix
2. Aggiungere il routing dei pacchetti provenienti dalla sottorete del GOLEM automaticamente al post-up dell'interfaccia del tunnel in /etc/network/interfaces:
post-up ip -6 rule add from 2001:470:c844::/48 table golemsix && ip -6 rule add to 2001:470:c844::/48 table main && ip -6 route add default via 2001:470:1f12:69::1 dev he6in4 table golemsix && ip -6 route flush cache pre-down ip -6 route del default via 2001:470:1f12:69::1 dev he6in4 table golemsix && ip -6 rule del to 2001:470:c844::/48 table main && ip -6 rule del from 2001:470:c844::/48 table golemsix && ip -6 route flush cache
Spiegazione:
- I pacchetti provenienti dalla sottorete del GOLEM devono utilizzare la tabella di routing
golemsix
:
ip -6 rule add from 2001:470:c844::/48 table golemsix
- I pacchetti destinati alla sottorete del GOLEM devono utilizzare la tabella di routing
main
, così da poter essere instradati correttamente anche ai soci collegati con la VPN Wireguard. Si noti che, se inserita in quest'ordine, questa seconda regola ha priorità sulla precedente, ed è quello che vogliamo.
ip -6 rule add to 2001:470:c844::/48 table main
- Il default gateway per i pacchetti che utilizzano la tabella di routing
golemsix
è l'endpoint del tunnel broker
ip -6 route add default via 2001:470:1f12:69::1 dev he6in4 table golemsix
- Aggiorna la cache del routing:
ip -6 route flush cache
Analogamente, vengono eseguite le operazioni inverse quando viene spenta l'interfaccia di rete.
Piano di indirizzamento
Chiamarlo piano di indirizzamento è fargli un complimento immeritato; chiamiamola guida ragionata all'assegnazione dei nostri indirizzi.
Sia dato l'indirizzo IPv6:
127 79 63 0 2001 : 0470 : c844 : rrrr : xxxx : xxxx : xxxx : xxxx
Siccome abbiamo 80 bit a disposizione e la rete più piccola che possiamo fare secondo RFC è di 64 bit, possiamo fare ben 216 reti (rrrr nell'esempio). Per semplicità (perché alla fine è a questo che servono tutti questi indirizzi in IPv6), poniamo rrrr = uugy, dove:
- uu (8 bit) identifica l'utente;
- g (4 bit) identifica il gateway dell'utente (24</sup = 16 gateway per utente)
- y (4 bit) identifica la sottorete personale di quel gateway dell'utente (24 = 16 sottoreti per gateway)
Il VPS instrada direttamente tutta la sottorete /60 verso il gateway dell'utente, il quale può decidere di suddividerla come preferisce su quel gateway, da un unica grande rete /60, a 16 "piccole" reti /64.
Sono così riservate:
00gy indirizzi di servizio per l'infrastruttura (OpenVPN) 01gy indirizzi di servizio per l'infrastruttura (Wireguard) 02gy Officina (16 gateway × 16 reti) 03gy Socio-A (16 gateway × 16 reti) 04gy Socio-B (16 gateway × 16 reti) 05gy ...
Il numero di rete rrrr
sarà usato:
- per instradare tutto il traffico diretto a
2001:470:c844:rrg0::/60
verso il gateway dell'utente; - per assegnare l'indirizzo
2001:470:c844::rrg0/64
al gateway dell'utente nella rete di servizio;
Si noti la "piccola" differenza.
Per esempio, supponiamo di voler attivare serverozzo, per il quale:
- uu = 02 (02 è l'utente Officina)
- g = 0 (0 il primo — e al momento unico — gateway in Officina)
allora:
- serverozzo avrà indirizzo
2001:470:c844::200/64
lato VPN; - tutto il traffico per
2001:470:c844:200::/60
verrà instradato verso serverozzo;
E su serverozzo potranno essere create fino a 16 reti, per esempio:
- per la rete cablata Ethernet dell'Officina (
2001:470:c844:200::/64
sull'interfacciaethI
); - per la rete wireless dell'Officina (
2001:470:c844:201::/64
sull'interfacciawlan0
); - per la rete cablata bus RS-485 (
2001:470:c844:202::/64
sull'interfacciattyS0
); - per le macchine virtuali su KVM (
2001:470:c844:203::/64
sull'interfacciavir0
); - per le macchine virtuali su docker (
2001:470:c844:204::/64
sull'interfacciadocker0
); - ...
Nota: questo è solo un esempio, la configurazione finale su serverozzo è ancora in fase di definizione.
Nella prima rete di servizio (2001:470:c844::/64
) ci sono:
- il VPS
- tutti i gateway
- per esempio, serverozzo
- per esempio, i gateway dei soci
I gateway dei soci non sono diversi da serverozzo, e tuttavia la loro configurazione può essere più semplice se invece che da gateway fungono come semplici end-point.
Così organizzate, le risorse si esauriranno in questo ordine:
- la banda a disposizione del VPS (500M/500M);
- la capacità computazionale e di memoria del VPS per l'inoltro dei pacchetti;
- gli IPv6 (gli IPv6 non finiranno mai)
Non essendo una rete a maglie, ma semplicemente un albero, il routing è definito staticamente. Se la rete si evolverà e le singole "isole" dovessero iniziare a connettersi a maglia in maniera incontrollata, potranno essere impiegati algoritmi dinamici, ma considerata la dimensione del bacino di utenti, non dovrebbe essere necessario.
Installazione del server
La VPN del GOLEM può essere utilizzata per la navigazione in IPv6. La VPN è realizzata per mezzo di Wireguard.
A differenza di altri protocolli, come OpenVPN, Wireguard ha un approccio "peer to peer", per cui la procedura di configurazione del server rispecchia per buona parte quella di ciascun client.
Innanzitutto è necessario generare la coppia di chiavi pubblica/privata del server:
# wg genkey | tee /etc/wireguard/server.privkey | wg pubkey > /etc/wireguard/vpn.golem.linux.it.pubkey
Per la configurazione è sufficiente creare un singolo file, ad esempio /etc/wireguard/wg0.conf
:
[Interface] # Carica la chiave privata dal percorso dove la abbiamo generata precedentemente PostUp = wg set %i private-key /etc/wireguard/vpn.golem.linux.it.privkey # Porta UDP di ascolto del server, a piacere ListenPort = 51820 # Indirizzo del server all'interno della VPN Address = 2001:470:c844:100::1
Il server può essere avviato tramite systemd, e con lo stesso sistema si può impostare l'avvio automatico.
Si noti che @wg0
corrisponde al file di configurazione precedentemente creato.
# systemctl start wg-quick@wg0 # systemctl enable wg-quick@wg0
Aggiunta di un nuovo client
Configurazione lato server
il sysop aggiunge un blocco peer per ciascun client alla configurazione /etc/wireguard/wg0.conf
, così:
... altri client ... # porceddu.net.golem.linux.it [Peer] PublicKey = tHeClIeNtFaNtAsTiCpUbLiCkEy= AllowedIPs = 2001:470:c844:100::200/128, 2001:470:c844:200::/62 ... altri client ...
Altro che OpenVPN.
Configurazione lato client
1. Lato client, generare una coppia di chiavi pubblica/privata e inviare la chiave pubblica al sysop.
$ wg genkey | tee client.example.com.privkey | wg pubkey > client.example.com.pubkey
Il sysop si occuperà di aggiungere la chiave pubblica tra quelle consentite al server, sceglierà un indirizzo IP in base al piano di indirizzamento, e ve lo comunicherà.
2. Creare un file di configurazione come segue, in cui scrivere opportunamente la vostra chiave privata e l'indirizzo IP assegnato. Prestare particolare attenzione a modificare i campi della sezione Interface
, come indicato nelle note.
[Interface] # PrivateKey = YoUrGoRgEoUsAnDsEcUrEpRiVaTeKeY= # vedi note, scegliere questo... # PostUp = wg set %i private-key ./client.example.com.privkey # vedi note, ...oppure questo Address = 2001:470:c844:100::200/64 # vedi note # vpn.golem.linux.it [Peer] PublicKey = w63aGvoyPaUTgA8nW/NJS6Qqp2hUFvHRBbIH8Qb5ISY= AllowedIPs = 2000::/3 Endpoint = vpn.golem.linux.it:51280 PersistentKeepalive = 37
Note
Interface
(sezione di configurazione dell'endpoint locale)- scegliere una delle seguenti opzioni per indicare la chiave privata del client, scommentando la riga apposita.
- PrivateKey: chiave privata del client, da custodire con cura, inline
- PostUp = command: chiave privata del client, da custodire con cura, e caricata automaticamente da un file esterno (es. creato col comando mostrato in precedenza)
- Address: indirizzo IP comunicato dal sysop: riportarlo accuratamente, altrimenti non sarà possibile utilizzare la VPN
- scegliere una delle seguenti opzioni per indicare la chiave privata del client, scommentando la riga apposita.
[Peer]
(sezione di configurazione dell'endpoint remoto / server)- PublicKey: chiave pubblica del server (sì, è proprio quella)
- AllowedIPs: indirizzi raggiungibili tramite la VPN, a scelta:
2001:470:c844::/48
: solo la rete IPv6 virtuale del GOLEM2000::/3
: tutti gli indirizzi IPv6 (è possibile utilizzare la VPN del GOLEM per navigare davvero in IPv6)
- Endpoint: indirizzo del server
- PersistentKeepalive: timer per mantenimento del tunnel attivo (in secondi); particolarmente utile se l'indirizzo IP del client cambia o è soggetto a NAT
La connessione può essere attivata tramite systemd come sul server (spostandola in /etc/wireguard/), oppure manualmente utilizzando wg-quick
:
- Attivazione del tunnel
wg-quick up client.example.conf
- Disattivazione del tunnel
wg-quick down client.example.conf
3. Provare il collegamento
# ping 2001:470:c844:100::1 # server VPN, dentro al tunnel (per verificare se il collegamento funziona) # ping 2001:470:c844:100::200 # gateway in Officina (per verificare se il collegamento funziona; talvolta non raggiungibile se abbiamo staccato la luce) # ping ipv6.google.com # per verificare l'accessibilità dell'Internet pubblico IPv6, nel caso non si abbia già accesso
4. Successo!
- Se il client OpenVPN è un nodo foglia della rete, cioè non funge da gateway perché si deve collegare solo lui (es. smartphone), allora c'è già connettività IPv6 e non serve fare altro. È comunque consigliato leggere la sezione relativa al firewall per ragioni di sicurezza ed eventualmente attivarlo.
- Se invece il client è il gateway della rete IPv6 (es. serverozzo, o il router di casa di uno dei soci che vuole navigare in IPv6), allora bisogna configurarlo come indicato nella sezione apposita.
Client VPN come gateway
Impostare il client VPN come gateway IPv6 per l'isola
Abilitare inoltro pacchetti IPv6
Nel file /etc/sysctl.conf:
net.ipv6.conf.all.forwarding=1
Installare e configurare radvd
radvd è il demone di router advertisement. Per la configurazione automatica degli indirizzi e del gateway in IPv6 non è necessario un complesso server DHCP, ma vista la vastità dello spazio di indirizzamento (anche la rete più piccola ha ben 264 indirizzi disponibili) basta il più semplice radvd. Un router con radvd, a intervalli regolari, trasmette un messaggio in broadcast a tutti gli host della rete, informandoli sul prefisso di rete da utilizzare; a questo punto gli host possono autoconfigurarsi col metodo che preferiscono (es. SLAAC con o senza estensione per la privacy).
Installare radvd:
# apt install radvd
Configurare il file /etc/radvd.conf:
interface ethI { AdvSendAdvert on; MinRtrAdvInterval 2; MaxRtrAdvInterval 10; prefix 2001:db8::/64 { AdvOnLink on; AdvAutonomous on; AdvRouterAddr on; }; RDNSS 2606:4700:4700::1111 { AdvRDNSSLifetime 3600; }; };
dove
interface br0
indica l'interfaccia interna su cui fare advertise;prefix 2001:db8::/64
indica la rete a valle;RDNSS 2606:4700:4700::1111
indica il server DNS (nell'esempio specifico, CloudFlare);- Nota: in seguito a questioni legali, OpenDNS non è al momento disponibile in Francia.
Una volta abilitato radvd sull'interfaccia di rete desiderata, gli host inizieranno ad assegnarsi automaticamente un indirizzo tramite SLAAC, e potranno navigare in IPv6.
Una nota sull'MTU del collegamento
Con la configurazione appena descritta, gli host crederanno di utilizzare una rete nativa dual-stack (o IPv6-only, nel caso non fosse previsto IPv4). In realtà, però, i pacchetti IPv6 non sono "nativi", bensì, una volta giunti al gateway, vengono poi incapsulati in maniera completamente trasparente.
Ciò significa che gli host crederanno di poter generare pacchetti IPv6 della dimensione massima ammessa dal link a cui sono collegati (es. Ethernet, WiFi), che in genere è di 1500 bytes. Però, pacchetti così grandi non possono essere incapsulati, in quanto anche il link che il gateway utilizza per la VPN, in genere, consente pacchetti di dimensione massima di 1500 bytes: non rimane spazio per l'incapsulamento.
Questo può creare problemi, talvolta sporadici, non facilmente ripetibili, o ancora, dipendenti dal sito a cui si sta tentando di collegarsi, specialmente se si usa TCP. Un sintomo molto comune è che, navigando sul web, si può rilevare che alcuni siti - ma solo alcuni, perfettamente funzionanti sia da IPv4 che da altre connessioni IPv6, vanno in timeout quando si prova ad accedervi.
Questo succede perché TCP tenta di massimizzare la quantità di informazione contenuta all'interno di un pacchetto IP, generando pacchetti molto grandi, e talvolta raggiungendo il limite oltre il quale il pacchetto non può più essere incapsulato dal gateway.
Per verificare che il problema sia questo, provare a forzare una MTU artificialmente più bassa sulla scheda di rete, tramite il comando ip link set enp1s0 mtu 1400
, e poi verificare se il problema scompare.
Perciò, sarà necessario fare in modo che il gateway modifichi i pacchetti di handshake del TCP in maniera tale che non venga mai negoziata una Max Segment Size troppo alta per il link.
Modificare la Max Segment Size
Abbassare la MSS elimina il problema, ma al contempo aumenta l'overhead, rendendo la connessione leggermente più lenta. È consigliabile trovare il giusto compromesso che soddisfi sia le esigenze di funzionamento che le esigenze in termini di prestazioni. Per farlo, ci si può aiutare con tracepath
.
- con un gateway Linux:
- TODO: è davvero necessario? Lo fa da solo?
- con un gateway Mikrotik:
/ipv6/firewall/mangle/add out-interface=wg0 protocol=tcp tcp-flags=syn action=change-mss new-mss=1300 chain=forward tcp-mss=1301-65535
Firewall
Per il VPS
Inoltrare solo i pacchetti da/per le reti note.
Non ancora testato!
# ip6tables -A FORWARD -d 2001:470:c844::/48 -i he6in4 -j ACCEPT # ip6tables -A FORWARD -s 2001:470:c844::/48 -o he6in4 -j ACCEPT # ip6tables -P FORWARD DROP
Per i client
Gli indirizzi IPv6 sono "tutti" pubblici. Gli indirizzi IPv6 forniti dal GOLEM sono pubblicamente instradabili. In più, il GOLEM non mette in atto nessuna misura atta a prevenire connessioni dirette verso gli host della VPN (al netto di configurazioni specifiche sulle macchine direttamente di proprietà del GOLEM). Ciò significa che tutti gli host degli utenti/soci, compresi quelli domestici che sin'ora sono stati dietro a un (s)comodo NAT, possono essere acceduti attraverso la rete Internet globale, quando sono connessi alla VPN del GOLEM.
Pertanto, è consigliato attivare degli strumenti atti a prevenire accessi indesiderati dall'esterno, come un firewall, in special modo se il proprio computer "fornisce servizi" (eg. condivisione di file via rete, server web di sviluppo, ...)
Nota bene: salvare queste impostazioni, per esempio con ip6tables-save
e ip6tables-restore
, altrimenti verranno perse al riavvio.
Direttamente sull'host
Si può agire direttamente sugli host da proteggere (versione conservativa):
# ip6tables -A INPUT -m state --state ESTABLISHED,RELATED -j ACCEPT # ip6tables -A INPUT -p icmpv6 -j ACCEPT # ip6tables -P INPUT DROP
In generale con Linux questa operazione non è comunque necessaria, perché tanto non vi sono servizi esposti a meno che non siano stati installati esplicitamente. Si noti che ICMPv6 deve comunque sempre essere abilitato in quanto necessario al funzionamento di IPv6.
Si può anche utilizzare una regola più rilassata (es. per sfruttare la VPN del GOLEM come VPN "personale" tra i propri host), tipo:
# ip6tables -A INPUT -s 2001:470:c844:uu00::/56 -j ACCEPT
I pacchetti della VPN viaggiano crittografati sulla rete pubblica (almeno finché si trovano all'interno della VPN del GOLEM), ma sul server vengono decifrati e cifrati di nuovo per permetterne il routing! In caso di compromissione del VPS del GOLEM, pertanto, i pacchetti non possono essere considerati al sicuro da sguardi indiscreti. È sempre buona norma utilizzare crittografia end-to-end, anche all'interno di una VPN.
Dal gateway
Invece di configurare il firewall su ogni host singolarmente, si può configurare il gateway una volta sola per proteggere tutta la rete a valle:
# ip6tables -A FORWARD -s 2001:470:c844:rrrr::/64 -j ACCEPT # ip6tables -A FORWARD -m state --state ESTABLISHED,RELATED -j ACCEPT # ip6tables -P FORWARD DROP
Nell'ordine:
- blocca l'inoltro di tutti i pacchetti
- abilita l'inoltro dei pacchetti in uscita dalla rete
- abilita l'inoltro dei pacchetti correlati a connessioni già stabilite
Questo impedisce l'accesso indesiderato a tutti gli host della rete, compresi gli host con Windows che possono starsene "sicuri" anche senza il firewall, pur esponendo servizi (NetBIOS, Samba).
Eccezioni
Se si desidera comunque rendere accessibile un proprio server in particolare, è possibile istruire il gateway con un'eccezione, aggiungendo:
# ip6tables -A FORWARD -d 2001:470:c844:rrrr::host -j ACCEPT
Questo è qualcosa che "assomiglia" vagamente al vecchio port forwarding.
Torrent
La banda è limitata, e non è consentito traffico di materiale illegale. Occore limitare il traffico bit-torrent almeno al gateway finale (VPS).
TODO: Questa sezione è da fare!
Risoluzione problemi
Geolocalizzazione
Il tunnel è localizzato in Francia. A causa di restrizioni imposte a causa del diritto d'autore, alcuni siti, specialmente di streaming video, come Netflix, Rai.tv o Youtube, potrebbero bloccare l'accesso ai contenuti italiani dal tunnel francese. Per inibire temporaneamente l'uso del tunnel IPv6 su un host:
# sysctl -w net.ipv6.conf.all.disable_ipv6=1