La paura mangia l'anima

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OFFICINA INFORMATICA

La paura mangia l'anima (proverbio arabo)

"Lei intende dire che questa lingua potrebbe spingere chiunque a rivoltarsi contro l'Alleanza?" chiese il Generale. "Beh," rispose Rydra, "tanto per incominciare, la parola che in Babel-17 significa Alleanza, tradotta letteralmente in inglese, diventa: uno-che-ha-invaso. Come vede è una di quelle astuzie diaboliche programmate in questa lingua. Pensando in Babel-17 diventa così perfettamente logico anche il fatto di tentare di distruggere la propria nave e di auto-ipnotizzarsi per non scoprire ciò che si sta facendo." Samuel R. Delany - Babel 17


IL MANIFESTO:

Di questo documento: Parte di questo documento è stato già letto dagli iscritti delle mailing-list GOLEM e FLUG, alcune riflessioni che costituivano il corpo di una e-mail "richiesta di mailing-list", in cui si chiedeva il 1/10/2001 una mailing list da utilizzare per il Social Forum di Empoli (ESF) come forum elettronico permanente sono state inglobate nel testo.

Della struttura: Questo documento cerca di essere per quanto possibile un momento di sintesi autonomo e non un copia incolla di idee. Una sintesi e non un'accozzaglia, speriamo. Invitiamo tutti a contribuire con le loro conoscenze e le loro esperienze, sogniamo un documento che muta all'infinito. Le parti storiche o generali che avremmo soltanto ripetuto sono state linkate. Abbiamo preferito utilizzare le possibilità igieniche dell'ipertesto, piuttosto che una ridondanza gratuita. Ringraziamo anche tutti coloro che con la loro competenza ci illuminino su eventuali inesattezze, incomprensioni o sbagli. Quanto è scritto in questo documento è liberamente distribuibile, copiabile, utilizzabile, mangiabile. La felicità è di ogni singolo individuo, ma la strada che ha percorso per raggiungerla è patrimonio comune.

Premessa

Officina Informatica è un progetto che nascerà nei locali dell'ex asilo di Pagnana (Empoli) grazie alla promozione del G.O.L.EM e di Renzo Fanfani. Vuole essere un esperienza condivisa da tutte quelle associazioni o singoli che continuano a credere in un altro modello di sviluppo sociale e mentale. Un osservatorio/laboratorio sull'informazione e sui mezzi "informazionali". Il computer è un mezzo importantissimo in questo senso, ma di per sé non è il soggetto della nostra ricerca.

Principio di fondo: Questo non è esattamente il mondo in cui vale la pena di vivere in senso compiuto per un essere umano. Il fatto che viviamo come dei privilegiati su questo pianeta non ci sembra di per sè motivo di orgoglio. Il recupero del nostro raziocinio, della nostra lucidità, fantasia, consapevolezza e felicità può essere il punto di unione con quella parte del pianeta che vive in condizione di oppressione. La liberazione è una visione dell'uomo completo. Noi aspiriamo a questa visione in qualsiasi modo si presenti. Vogliamo seguirla ovunque essa porti.

Considerazioni generali

Il potere ha più mezzi di noi, più forza, più soldi, più eserciti, più consenso. Quello su cui puo' essere contrastato è il terreno della conoscenza, della fantasia, della testimonianza personale, della condivisione, della consapevolezza, della felicità. Ogni individuo si libera da solo. Recuperando la sua dimensione, i suoi bisogni, la sua vita. Quello che proponiamo è un percorso e non una meta. Ogni nuovo percorso è un potenziale pericolo per ogni centro di potere, perchè è libero, perchè è riproducibile.

Non per questo lo squilibrio è irreversibile; sarebbe riduttivo pensare che un centro non possa riassorbire le contraddizioni e le alternative all'esistente che da queste possono generare. Il fatto nuovo si è generato dalle nuove possibilità di comunicazione. Il dilemma per il potere era: come dare dei mezzi comunicativi potenti e semplici in mano alle masse (traducendo così delle possibilità tecniche in moneta) mantenendo però le condizioni e gli stili di vita attuali e strategicamente convenienti. Il passaggio non è immediato.

E' vero che ognuno può trovare una risposta ad uno specifico problema personale; es la fame: mi metto a tavola e mangio; le condizioni me lo permettono. Questo non crea un disturbo ad un potere generico. Effettivamente la risposta al problema della fame nel mondo non è "mettersi a tavola". Una soluzione generica alla "questione della fame" per quanto incompleta e inesatta rappresenta comunque un problema maggiore per il potere. Se io realizzo qualcosa e questa realizzazione è riproducibile ed è indipendente in tutto,o in parte, da un sistema di potere generale questa "cosa" rappresenta il problema per il potere. Meglio: l'immagine di questa cosa rappresenta il problema. Perchè può essere presa da altri ed elaborata. Può così adattarsi a condizioni ambientali, sociali e culturali che sono diverse e mutevoli. E una volta mutata può essere adattata di nuovo. In questa logica il potere ha paura della capacità di astrarre un problema e renderlo generale. Ma questo è sempre stato. Quello che è cambiato è che adesso ha paura che questa capacità sia diffusa, applicabile e infinitamente riproducibile.

Il pericolo è la caduta della dicotomia pensare/fare, cosa possibile in un prossimo futuro, in cui la produzione sarà sempre più legata al concetto di efficienza delle macchine e sempre meno al capitale/forza lavoro. Il software come merce o ipermerce [Leandro].

Un esempio di questo è stato lo sviluppo del free-software. Filosoficamente il motivo per cui è legittimo appoggiare la leggibilità e la modificabilità dei codici è che, se questa non fosse stata in natura, la vita non esisterebbe. Rifiutare questo principio è una contraddizione per la specie. Il criterio di selezione e elaborazione dei codici non può essere qui oggetto di discussione. [...]

Il potere ci fa mischiare e confondere l'espressione "non conveniente" con "non vero".

Un buon programma per spedire la posta elettronica è un piccolo sottoproblema nell'insieme di tutti i problemi. Se qualcuno lo risolve perchè è pagato molto per farlo è un fatto (è vero, direbbe il potere); se qualcuno ha molti soldi, e non molte capacità, può pagare persone in grado di farlo ed è un altro fatto (è ancora vero); se qualcuno ne ha l'esigenza e lo risolve con le proprie capacità, non necessariamente facendo un "prodotto" migliore, ma lo mette a disposizione di tutti e far misurare chi è in grado di farlo (o vuol provare ad esserlo) con la possibilità di risolvere il problema questo è"non vero"; per noi va tradotto con "non conveniente". [...] Il suo potenziale metaforico dello sviluppo di questa filosofia è elevato, ma a guidarci deve essere sempre un principio di umiltà. Ognuno di noi pone un mattone. Nessuno costruisce la casa e probabilmente nemmeno la immagina per intero.

Alchimia e chimica (processi filosofici occidentali) [...]

Il concetto stesso di testimonianza (per noi "riproducibilità"), anche quella cristiana, può essere superato da uno stato di necessità permanente. C'è chi aspira a questo. Dare un senso a questa "necessità" in una società opulenta non è cosa facile. Occorrono condizioni difficili, tensioni, paure generiche e difficilmente individuabili. Fatti irriducibili nel nostro immaginario che generino un sentimento permanente di terrore senza condizionare la nostra voglia di consumo. Una lotta perenne fra il bene e il male, dicotomia accessibile e processabile da tutti. L'attribuzione del certificato di bene arriva dal sistema di potere che può quindi variare il soggetto e i termini dell'attribuzione stessa.

(limiti dell'azione individuale, potenzialità della rete). La nostra presa di posizione filosofica è rendersi consapevoli del fatto che ogni costrizione è un'evento anti-naturale, corrisponde ad una contrazione mentale ed è generata da uno stato di necessità. Il superamento dallo stato di necessità è l'unico percorso reale. Gli altri corrispondono ad allucinazioni illusorie. E' impossibile vincere una partita a scacchi applicando le regole della dama. Se il mio avversario è un abile ipnotizzatore e riesce a mantenermi bloccato sulla convinzione che quello è il gioco a cui sto giocando e io aumento la mia applicazione ho solo buona probabilità di scivolare nella nevrosi. Porre l'attenzione mentale su "bene" e "male" condiziona tutti a rimanere ossessivamente fissi su falsi problemi. Specularmente la creazione di falsi problemi genera, tramite i "tubi" mediatici, la condivisione di questo loop mentale. In altre parole; se ho fame e guardo ogni cosa attraverso lo stato mentale cibo/non cibo non c'è niente di strano. Se continuo a farlo quando non ho fame e non ho nemmeno la minima probabilità di soffrire la fame sta succedendo qualcos'altro. Questo qualcosaltro è merce preziosa per chi mi vuole condizionare. [...]

[grammatiche del potere]

Psicosi pilotate [···] Perchè negli USA abbondano gli obesi?[...]

La nostra visione della rete. (pipe | spaziotemporale).

Le origini della rete sono [link] .

Cosa ha di particolare questo media rispetto ad altri?

Tre note peculiari:

1. La possibilità di condivisione.

2. La velocità .

3. Il maggior grado di "realtà" di questo media rispetto ai media classici; o sarebbe meglio dire "il minor grado di finzione". [...]

Esempi: l'utilizzo di capacità di calcolo condivise per creare tramite la rete le potenzialità di supercalcolatori; stessa cosa per il progetto SETI sulla ricerca di segnali dallo spazio provenienti da vita intelligente. La nascita del modello Free-Software (poi Open Source) [spiegazione Alberto, Simone]. Il principio di fondo è quello ben conosciuto dal sistema consumista; la riproducibilità. La rete ha creato le condizioni perchè non solo "Un altro mondo fosse possibile", piuttosto che "un altro mondo fosse altamente probabile"; molto più probabile che in un passato anche recente. Questo è stato inquadrato in modo veloce ed efficace dai centri del potere, piuttosto che nei centri della visione.

Cosa ci piace del movimento Hacker? Tutto quello che siamo riusciti a capire, e, probabilmente anche il resto appena saremo in grado di farlo, anche con il vostro aiuto. Una cosa che ci piace particolarmente è l'origine nordamericana. Questo può sembrare strano; in realtà la critica propositiva nata negli USA da parte di questo movimento, fatto di gente mite e riflessiva (non quelle cazzate che si piazzano nei film), dagli anni '60 ad oggi riguarda alcuni dei temi più spinosi non ancora completamente manifestati nella società. Riguarda l'analisi e critica dei mezzi di produzione. Riguarda le libertà personali e le probabili violazioni per ogni sistema che fa dell'egemonia e del consenso una premessa vitale. La manipolazione dell'informazione. Il software come merce. Ci piace inoltre la filosofia hands on; il mettere le mani sopra; la non delega intellettuale.

Come uccidere la rete. [...]

Alta velocità di trasmissione dati.[...]

Era un computer adesso è una lavatrice.[...]

Semplificare le macchine per semplificare il linguaggio.[...]

Troppa cronaca. Poca attualità. Nessuna storia. [Francesco]

Prese di posizione decisamente politiche.

L'Officina Informatica è socialmente impegnata; in quanto sostiene un accesso democratico e aperto alle nuove tecnologie. Un uso ecologicamente corretto dei materiali e delle risorse; un uso mentalmente ecologico dell'informazione.

L'Officina intende iniziare una riflessione sulla diminuzione generale della capacità artistica e sull'aumento nevrotico della produttività.

Sulla realizzazione delle metafore anti-utopiche profetizzate dalle menti migliori della fantascienza. Sui mutati scenari del capitalismo.

Sulla manipolazione sistematica dell'informazione e sulle tecniche di autodifesa possibili. Sull'induzione di nevrosi collettiva come strumento di controllo da parte dei centri di potere. Sulla tutela della privacy e delle libertà personali.

In tutto questo l'utilizzo e la diffusione del SL viene visto come mezzo, oltre che come fine.

Battaglie dell'uomo:

Il pensiero è recursivo e così i processi di liberazione probabilmente. Chiunque di noi abbia bisogno di acqua sarà disposto a cedere i propri diritti all'informazione. Lo stesso dicasi per il cibo. In questo senso si scorgerebbe una gerarchia. In effetti c'è una gerarchia dei bisogni. Non nella liberazione dai bisogni. Liberare dalla sete [...]

   * Acqua per tutti, ovunque.
   * Cibo per tutti, ovunque.
   * Libertà, diritti, istruzione e informazione per tutti, ovunque.
   * Diritto alla memoria, ovunque.

Osservazioni:

1. La limitazione di libertà in rete e i tentativi di governi e centri di potere di mettere un limite alla natura anarchica della rete neurale mondiale viene dato da noi come evidente. Rimangono fermi i principi di individualità della lotta ma viene di fatto limitato lo spazio per una neutralità tecnologica.

2. Un "certo tipo di soddisfazione" nelle nuove tecnologie e nell'acquisizione di informazioni crea mentalità e equilibri nelle masse. Questo tipo di azione offre un grandissimo potere, se direzionato, nei confronti dell'uomo-massa occidentale; fornisce inoltre un banco di prova per quelle società scelte per il nuovo accesso al consumo.

3. La capacità di riscrivere le configurazioni mentali degli individui esiste ed è sotto gli occhi di tutti la sua attuazione. Il sistema informativo non si preoccupa più di descrivere (magari in maniera censorea) dei fatti, ma crea un complesso intreccio mediatico in cui i fatti spesso vengono creati per generare la notizia e notizie che vengono utilizzate per generare i fatti. Quello che sembra evidente è che il dire-non dire che ha accompagnato il lato oscuro dell'uomo per tutta la sua storia ed è sempre stato un gioco d'astuzia su cui reggere il potere ha fatto un salto di complessità. Si avvale delle più moderne conoscenze delle neuroscienze e delle più avanzate tecniche di manipolazione psicologica e annullamento mentale.

5. Se si esclude la parte metaforica e letteraria consideriamo esatta l'analisi fatta da G.Orwell in 1984 sul controllo da parte del potere degli individui e dei loro bisogni. Il grosso "intoppo" nella completazione di un autoritarismo transnazionale mosso da figure invisibili e per nulla identificabili è stato la nascita e lo sviluppo di canali di comunicazione bidirezionali e non solo monodirezionali. Ci possiamo immaginare che i centri di potere abbiano usato (e usino) parti sane e creative della società che spesso sono in contrasto con la tendenze liberticide per promuovere lo sviluppo tecnico e creativo del mezzo, per attuare una politica di "epurazione" o acquisto della dissidenza, in un secondo tempo. Possiamo anche immaginare che questo avvenga organicamente e non per tentativi casuali. La semplificazione del linguaggio è il punto forte di ogni semplificazione mentale è lo strumento principale di ogni neoautoritarismo che si voglia imporre con un uso chirurgico e non massivo della polizia. Da questo punto di vista l'informatica è uno strumento potente, ma neutro, come una sostanza o un'arte marziale. Un uso inconsapevole, per quanto possa generare eccezioni, fornisce un aiuto grandissimo ai meccanismi di semplificazione mentale. Questo tipo di uso è studiato, diffuso e incoraggiato dai centri di potere.

Un appunto sarebbe da fare su una coincidenza. Cioè sulla quantità di mezzi impegnati e sulla potenza pubblicitaria impiegata per creare e far piacere in ogni angolo di mondo occidentale

6. La lotta per un'istruzione informatica è oggi, nei paesi occidentali, paragonabile alla lotta per l'alfabetizzazione portata avanti nei primi anni del secolo scorso dai movimenti socialisti, libertari e democratici, ovunque nel mondo. Il libro prese posto insieme agli altri simboli delle idee e ideologie utopiche, perchè apparve chiaro che nessuna libertà era possibile nell'ignoranza. Una falsa alfabetizzazione è ciò a cui si sta puntando, soprattutto in un paese arretrato come il nostro; questa può portare ad un vero e proprio addestramento "da ufficio" e non ad un uso più o meno consapevole delle macchine. Non è un caso che più si passa da una dimensione "personal" ad una dimensione "net" si facciano più raffinati, e necessari, i mezzi di controllo e più frequenti le campagne intimidatorie e schizofreniche dei mass media.

7. La possibilità di non immedesimare un solo sistema operativo con la macchina. Nei prossimi anni il numero delle persone che siederanno davanti ad un monitor (di vario tipo) e avranno scambi di informazioni con un calcolatore sarà enormemente aumentato. Il fatto che passi un solo modo di interfacciarsi; un solo sistema operativo, rappresenta uno strumento troppo grande per il controllo del pensiero umano. La non-differenza per noi è inaccettabile. Pensiamo a milioni di individui che operano buona parte del loro tempo in uno spazio informativo e organizzano i loro dati in base a strutture messe a punto da team specializzati di grandi industrie del software. Il gran numero di vincoli, strutture e metafore che può passare nel pensiero collettivo da tutto questo è forse più potente di quelle fornite dalla televisione. Immaginate soltanto la potenza di un ambiente grafico le cui icone sono universalmente riconosciute e riconoscibili. Immaginate cosa può significare per l'industria pubblicitaria.

(parte da togliere, per uno sviluppo successivo) Campagne per la schizofrenia di massa. [···]

Sofferenza mentale e controllo sociale.

-droghe [···]

-sesso [...] Moralismo per saturazione e non per negazione, perchè nella nostra società non avrebbe senso.

Alcune domande e dubbi posti dalla cronaca. [···]

Tagliare i canali comunicativi generazionali. [···]

Dove si fanno le prove "globali". [···]

Molte in casa nostra perchè non avrebbe senso farle altrove...

Stato di guerra permanente. [···]

Annullamento del linguaggio. Controllo dei modelli. Fine della politica. [···] Prigionieri. [···]

()

Linee d'azione.

Questa forse è la parte più importante. Rappresenta gli arti, la capacità di muoversi al di fuori di uno spazio interno. Perchè senza l'azione la mente diventa sterile e ripetitiva.

Promuoviamo. Promuoviamo la formazione di una organicità intellettuale che tenga conto della complessità e del mutamento. Il misurarsi della mente umana con le nuove tecnologie non può più essere un elemento marginale nella formazione e nella riflessione. La battaglia tra reale e virtuale è soltanto una bufala clamorosa messa su dal sistema e alimentata dal pressappochismo dei mezzi di informazione più comuni e dal loro sport preferito "la parola dell'esperto".

Interno/esterno. [...]

Ruolo di chi riflette sulla tecnologia all'interno del movimento. Importanza delle e-mail e della ripresa di vigore della parola scritta, ponte fra generazioni non adatte ad una comunicazione solo visiva e il mezzo. difendere la parola per difendere la memoria. fronteggiare la complessita con la sintesi. fornire strumenti automatici. sfruttare le potenzialità conntettive. Leggerezza delle parole/pesantezza dell'immagine.

Principi. All'interno dell'officina informatica saranno promossi progetti di varia natura; i principi fondanti sono:

1. Uno strumento è per le persone se le persone lo sanno usare e se il processo stesso di "usare" è controllato dalle persone e non da altri centri.

2. Imparare è rivoluzionario. In questo l'informatica potrebbe (dovrebbe) gettare una luce su larghi campi della nostra esistenza.

3. La guerra del nuovo millennio è una guerra di contaminazione dei codici ed è la prima guerra che si vince in modo esplicito con l'eleganza. I progetti. Tenderanno il più possibile alla contaminazione fra chi ha un approccio tecnico al mezzo e chi ha un approccio diverso; documentaristico, filosofico, comunicativo, storico... I progetti sono portati avanti dagli individui che li promuovono, restando fermo il sostegno l'aiuto della comunità. Hacklab. Il progetto primo dell'Officina è realizzare un hacklab nei locali dell'asilo di Pagnana. Ci immaginiamo l'Officina Informatica come un contenitore di esperienze legate all'informatica, alla comunicazione e alle libertà comunicative in generale. Il GOLEM ha promosso l'Officina, ma spera vivamente di non essere l'unica cosa che graviterà intorno a questo luogo. L'Officina si annuncia come luogo fisico in cui associazioni e individui con sensibilità diverse, e con competenze diverse, e, soprattutto, con percorsi diversi, riescono a concretizzare dei progetti *informatici*. Un hacklab e non solo... Tutto questo con ciò che riusciremo a mettere insieme (tecnologicamente parlando) col nostro lavoro. Il luogo del possibile per tutto quello che ancora è improbabile. Anche con 486 scassati, o senza un computer. Tools (strumenti). Mailing-list. Installazioni OS liberi. Produzione di un know-how "militante".

1. Riteniamo che uno degli strumenti pratici più semplici da utilizzare e più utili per una comunita siano proprio le mailing list. Nella loro "semplicità" sono un bell'esempio di spazio democratico. Non ci sembra necessaria una ulteriore lista "officina" che si andrebbe a sovrapporre al GOLEM. Per le questioni tecniche rimandiamo alle liste del FLUG sicuramente più seguite da persone capaci e competenti. Ci sarebbe piaciuto invece offrire uno strumento ad una struttura a cui abbiamo aderito (Social Forum) per portare un nuovo modo di "fare discussione" a persone e gruppi che non sempre utilizzano questi mezzi.

2. Vogliamo diffondere il SL e GNU/Linux come proposta "eticamente corretta" per quanto riguarda la tecnologia dell'informazione all'interno del movimento. Cosa che si concretizza nella proposta di installazione gratuita di Linux (anche tramite qualche install fest) a chi interessato.

Crediamo che sarebbe un errore anche per chi si occupa di SL perdere la parte più attiva e fermentante della società; o meglio: tagliare un canale comunicativo tra l'avanguardia che si occupa della "libertà dei codici" rappresentata in questo momento da molti programmatori e chi sta lavorando su "le libertà".

Conclusioni (tentativo di sintesi): [...]

Quello che è stato scritto non vuol essere in nessun modo l'affermazione dell'aver risolto i fatti che costituiscono il mondo; casomai una testimonianza della passione di percorrere il cammino che conduce a questa risoluzione. Molte cose sono sbagliate e non collimano. Dovranno essere individuate, tolte e modificate, ma soprattutto riflettute. Questo processo di riflessione è più importante di ogni parola definitiva.

per Officina Informatica >> verso la felicità del movimento.



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