Differenze tra le versioni di "Docker"

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Questa pagina descrive l'organizzazione dei microservizi basati su container Docker che usiamo al GOLEM.
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Questa pagina raccoglie alcuni comandi utili su Docker.
  
{{Note
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== Dove mette i volumi Docker? ==
|type=attention
 
|text=Se stai usando Docker per realizzare un servizio al GOLEM, allora dovresti considerare di scambiare quattro chiacchiere col sistemista e di entrare a far parte del gruppo del sistema automatico ''argilla'' su git.
 
}}
 
 
 
== Tassonomia ==
 
L'associazione ha alcuni '''server''', che possono essere sia fisici che virtuali.
 
I server offrono dei '''servizi''', che, in genere, sono composti da più '''microservizi''', che vengono installati per mezzo di '''container''' basati su '''immagini''' (nel caso specifico, immagini Docker)
 
 
 
== Flusso di lavoro ==
 
Ho un programma e voglio farne un container docker per usarlo nell'infrastruttura GOLEM. Che fare?
 
 
 
* Sono il programmatore:
 
*# Scrivere il Dockerfile per il proprio programma
 
*# Creare l'immagine per il proprio programma
 
 
 
* Sono il sistemista:
 
*# Scrivere il docker-compose.yml per il servizio
 
*# Avviare il servizio
 
 
 
Segue un esempio di flusso di lavoro per [https://acme.com/software/thttpd/ thttpd].
 
 
 
=== Creazione dell'immagine ===
 
Poiché manca l''''immagine''' Docker per ''thttpd'', bisogna scrivere un ''Dockerfile'' che descriva come creare questa immagine; poiché non è un programma mantenuto dal GOLEM, e si tratta di qualcosa di sufficientemente piccolo, non ha senso che esista in un suo repository dedicato, perciò lo si deve mettere in ''argilla/images''
 
 
 
* descrivere l'immagine:
 
<syntaxhighlight lang="Dockerfile">
 
FROM alpine:latest
 
RUN apk add thttpd
 
ENTRYPOINT ["thttpd", "-D", "-d", "/html"]
 
</syntaxhighlight>
 
 
 
* creare l'immagine e taggarla
 
<syntaxhighlight lang="bash">
 
docker build --tag git.golem.linux.it/argilla/thttpd:1 .
 
</syntaxhighlight>
 
 
 
Note:
 
* ''git.golem.linux.it'' identifica il dominio del ''registry'' che contiene le nostre immagini personalizzate; il registry è quello integrato in Gitea, un'interfaccia web per git;
 
* ''argilla'' identifica l'organizzazione relative a strumenti di sistema;
 
* ''thttpd'' identifica il nome dell'immagine specifica
 
* ''1'' identifica il tag dell'immagine
 
 
 
{{Note
 
|type=info
 
|text=Utilizzare sempre un tag puntuale e mai generico, e specificare sempre il tag puntuale dell'immagine, per evitare spiacevoli sorprese nel caso in cui il tag dovesse essere sovrascritto. Per esempio: ''1'' o ''1.2'' vanno bene, mentre ''latest'' no.
 
}}
 
 
 
=== Creazione di un servizio ===
 
* Scegliere un nome significativo per il servizio, che identifichi bene di cosa si tratta.
 
** Per esempio, ''archivio'' e ''blog'' vanno bene, mentre ''webserver'' e ''wordpress'' no (tutti sanno che thttpd è un webserver, e che wordpress serve per fare i blog: al massimo, questi ultimi potrebbero essere nomi adatti alle ''immagini'', non ai ''servizi'').
 
* I file <code>docker-compose.yaml</code> per i servizi, vanno messi nel repository ''argilla/docker'', rispettando l'albero delle directory.
 
* Scegliere una porta d'ascolto libera e univoca, e annotarla in [[Servizi]]: questo consente di evitare conflitti in caso di spostamenti di container da un server ad un altro.
 
* Montare i volumi sotto <code>/srv/$nome_servizio</code>, per coerenza.
 
 
 
<syntaxhighlight lang="yaml">
 
version: "3.3"
 
services:
 
  archivio:
 
    image: git.golem.linux.it/atena/thttpd:1
 
    restart: unless-stopped
 
    ports:
 
      - "8000:80"
 
    volumes:
 
      - /srv/webserver:/html
 
</syntaxhighlight>
 
 
 
dove:
 
* ''archivio'' è il nome del servizio, usato da docker-compose per nominare i container automaticamente
 
* ''image'' immagine docker, con tanto di dominio del repository
 
* ''ports'' sono espresse nella forma ''host:container''
 
* ''volumes'': usare sempre una cartella nella forma ''/srv/$nome_servizio'', per coerenza
 
 
 
Un servizio spesso è composto da più microservizi, anche se non è il caso di questo esempio.
 
 
 
{{Note
 
|type=info
 
|text=Ricordarsi sempre di utilizzare un nome significativo per il servizio, di annotare la porta in ascolto e di montare i volumi sotto /srv
 
}}
 
 
 
=== Avvio di un servizio ===
 
<syntaxhighlight lang="bash">
 
docker-compose up
 
</syntaxhighlight>
 
 
 
Una volta sicuri che funzioni, utilizzare <code>-d</code> per eseguirlo in background.
 
 
 
=== Pushare immagine ===
 
Sul repository privato:
 
 
 
<syntaxhighlight lang="bash">
 
docker push git.golem.linux.it/argilla/thttpd:1
 
</syntaxhighlight>
 
 
 
Se non è mai stato fatto, la prima volta il registry richiede di effettuare l'autenticazione:
 
<syntaxhighlight lang="bash">
 
docker login git.golem.linux.it
 
</syntaxhighlight>
 
 
 
== Utilità ==
 
=== Dove mette i volumi Docker? ===
 
 
Se non si impostano i volumi del conatiner Docker li crea automaticamente in un "suo" percorso.
 
Se non si impostano i volumi del conatiner Docker li crea automaticamente in un "suo" percorso.
 
Per sapere dove il container mette i nostri dati si possono utilizzare questi comandi:
 
Per sapere dove il container mette i nostri dati si possono utilizzare questi comandi:
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Al posto del parametro ''ID'' e' sepre possibile utilizzare il nome assegnato al container, nome che è anch'esso reperibile dall'elenco ottenuto con <code>docker ps</code>.
 
Al posto del parametro ''ID'' e' sepre possibile utilizzare il nome assegnato al container, nome che è anch'esso reperibile dall'elenco ottenuto con <code>docker ps</code>.
 
  
 
[[Category:Howto]]
 
[[Category:Howto]]

Versione delle 09:07, 15 apr 2023

Questa pagina raccoglie alcuni comandi utili su Docker.

Dove mette i volumi Docker?

Se non si impostano i volumi del conatiner Docker li crea automaticamente in un "suo" percorso. Per sapere dove il container mette i nostri dati si possono utilizzare questi comandi:

Mostrare l'elenco dei container in esecuzione. Da questo elenco si prende l'ID del container che ci interessa.

docker ps

Mostrare l'elenco dei volumi del container. Il risultato sarà in formato JSON. Il parametro ID è quello che abbiamo preso dal docker ps

docker inspect -f 'Template:.Mounts' <ID>

E' possibile usare il comando

docker inspect <ID>

per ottenere l'elenco completo (sempre in formato JSON) delle informazioni di configurazione del container. Tra queste, la lista dei volumi e dei relativi mount point identificate da "Mounts":

Al posto del parametro ID e' sepre possibile utilizzare il nome assegnato al container, nome che è anch'esso reperibile dall'elenco ottenuto con docker ps.