Git
Questa pagina è in continua evoluzione
Git è un sistema di controllo versione nato nel 2005 ad opera di Linus Torvalds con l'obiettivo principale di versionare il Kernel Linux. Questa non vuole essere una guida esaustiva, ma un prontuario per i comandi di uso più comune, con l'aggiunta di qualche consiglio. Per una trattazione completa, si rimanda alla guida ufficiale, disponibile anche in italiano.
Installazione e configurazione
Su sistemi Debian-derivati:
# apt-get install git
Su ArchLinux:
# pacman -S git
Si consiglia l'uso di ZSH per i suggerimenti nel completamento dei comandi.
Configurazione
I file di configurazione si trovano nei seguenti percorsi:
<repository_git_attuale>/.git/config # configurazione per singola cartella ~/.gitconfig # configurazione base per l'utente corrente /etc/gitconfig # configurazione di sistema (non necessariamente presente)
Alcune configurazioni importanti:
$ git config user.name Tizio Caio $ git config user.email tiziocaio@example.com $ git config user.signingkey <FOOTPRINT GPG> $ git config core.editor nano $ git config alias.co checkout
Aggiungendo l'opzione --global
, tali impostazioni diventeranno globali per l'utente corrente e non limitate al repository dal quale viene lanciato il comando.
Identità multiple
Nel caso in cui si volesse impostare una configurazione per tutti i repository all'interno di una determinata cartella, ad esempio per gestire separatamente un'identità personale ed una di lavoro, si può procedere come segue.
Nel ~/.gitconfig
si imposta, opzionalmente, una identità di fallback. I .gitconfig supplementari vengono richiamati soltanto se il repository è all'interno delle cartelle specificate da includeIf.
[user] name = Tizio email = tiziocaio@example.com [includeIf "gitdir:~/workspace/"] path = ~/workspace/.gitconfig [includeIf "gitdir:~/personal/"] path = ~/personal/.gitconfig
Poi, nei file ~/workspace/.gitconfig
e ~/personal/.gitconfig
si esplicitano le identità da usare nel contesto di quelle sottodirectory:
[user] name = Tizio Caio email = tiziocaio@professional.example.com
Nell'opzione gitdir
, è necessario specificare un path con un trailing slash, altrimenti prende solo la cartella specificata, e non anche le sottocartelle.
Comandi di base
init
Inizializzare un repository vuoto:
$ git init <sottocartella>
Se non viene specificata una sottocartella sarà inizializzato in quella attuale.
Aggiungendo l'opzione --bare
sarà creato un repository di tipo bare, ovvero privo della working directory, adatto per essere usato come repository remoto e non come cartella di lavoro.
Stato dei file
Con il comando
$ git status
si ottengono informazioni sui file attualmente presenti nella cartella di lavoro: se ce ne sono di nuovi (U), modificati (M), eliminati (D), etc... Darà inoltre informazioni sulla sincronizzazione tra la commit attuale e quella remota.
Aggiungere/Rimuovere files
Aggiungere un file nuovo (untracked) o modificato (rispetto all'ultima commit eseguita) nella Staging Area, ovvero pronto per la prossima commit:
$ git add <nome_file>
Rimuovere un file dall'indice dei file tracciati (risulterà quindi untracked):
$ git rm --cached <nome_file>
Omettendo --cached
il file sarà anche eliminato dalla cartella (quindi definitivamente).
Rimuovere tutti i file dalla staging area:
git reset HEAD -- .
Rinominare un file: sebbene si possa utilizzare semplicemente il comando mv
della shell, questo fa sì che git debba poi intuire automagicamente se il file è stato spostato, oppure se è stato eliminato e poi creato di nuovo.
A volte lo spostamento del file non viene riconosciuto, e viene interpretato come eliminazione e successiva ri-aggiunta, generando lunghi e fastidiosi diff.
Onde evitare questo problema, è opportuno segnalare l'operazione di spostamento/rinomina esplicitamente a git, tramite il comando apposito.
git mv source dest
Commit
Una volta aggiunti i file desiderati alla Staging Area, la prossima commit è pronta per essere "consolidata", cioè registrata nella cronologia del repository:
$ git commit
Sarà aperto l'editor di testo scelto (vedi sezione configurazione) per scrivere un breve messaggio rappresentativo della commit. Se il messaggio non è eccessivamente lungo (come spesso accade) è sufficiente accodare al comando di commit l'opzione -m "Messaggio per la commit"
.
Un'altra scorciatoia utile può essere l'opzione -a
, che aggiunge automaticamente tutti i file modificati (rispetto all'ultima commit eseguita) alla Staging Area senza dover eseguire add
ogni volta. Questa opzione agisce solo su quelli modificati e non su quelli nuovi, per i quali la add
è d'obbligo almeno la prima volta.
Il comando tipico di commit sarà quindi:
$ git commit -a -m "Riparato bug. Aggiunti commenti al codice."
L'esecuzione del comando commit senza l'aggiunta di file alla Staging Area (e quindi senza nemmeno l'opzione -a
) non avrà alcun effetto.
Se si commette un piccolo errore in una commit e si vuole modificare un file o il messaggio di commit stesso, senza però dover creare una nuova commit, si può di nuovo fare add
del file, e può essere aggiunta l'opzione:
$ git commit --amend
git commit --amend
modifica la storia del repository, perciò prestare particolare attenzione se si è già pushato su un server remoto
Log
$ git log
elenca tutta la cronologia delle commit corredata di somma SHA-1, autore, data e ora di commit e messaggio.
È uno dei comandi col maggior numero di opzioni, dalla formattazione dell'output (più informazioni sull'autore, sulle commit firmate) al filtraggio (per autore, per data, per messaggio, etc...). Alcune delle più importanti sono:
--all
: elenca anche le commit relative ad altri branches (vedi sezione relativa)--oneline
: elenco sintetico con solamente ID SHA-1 e messaggio di commit--graph
: insieme a --all realizza una rappresentazione ASCII art della ramificazione del repository
Combinando insieme le 3 opzioni sarà visualizzata in modo sintetico (oneline) ed efficace (graph) tutta la cronologia del repo. Può essere utile definire un alias per questo comando (vedi sezione configurazione), ad esempio:
$ git config alias.megalog "log --all --oneline --graph"
Git online
Utilizzare un server git (repository remoto) può servire per:
- avere un backup del proprio progetto
- condividere il proprio progetto con altri
- lavorare in team sul progetto
- fare un fork di un progetto già esistente
Configurare un repository remoto
Server privato
Se si ha a disposizione un server personale o aziendale (per esempio un VPS), questo può essere configurato come repository git remoto.
Per una configurazione base, è sufficiente avere a disposizione un server SSH (quasi sicuramente già presente) e installare git (vedi sezione installazione). Eseguire quindi
cd /home/utente/<cartella_git> git init --bare
Si noti in questo caso l'utilità dell'opzione bare
, che non crea una working directory su cui poter lavorare direttamente (spesso non necessaria su un server) ma solo il database dei file, risparmiando spazio di archiviazione.
Se si desidera avere un'interfaccia web più user-friendly, si può installare Gitea (al GOLEM abbiamo la nostra istanza), oppure GitLab, solo per citare due delle più famose piattaforme.
Servizio online
In alternativa ci si può affidare ad un servizio online, come GitHub (il più popolare), GitLab (che può essere anche usato on-premise) o BitBucket. Dopo il login (email o nome utente e password) si può procedere alla creazione di un nuovo repository con l'apposito pulsante. Saranno forniti quindi due URL per accedere:
https://github.com/NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY git@github.com:NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY.git
Generalmente, l'URL https viene utilizzato per sola lettura, per clonare e scaricare repository pubblici, e per prove temporanee, mentre l'URL ssh può essere utilizzato, in maniera più flessibile e automatica, grazie all'autenticazione tramite chiave, anche per la scrittura (ammesso di avere l'autorizzazione da parte del proprietario).
Collegare il repo locale a quello remoto
Nuovo
In entrambi i casi, dopo aver creato un repo remoto si deve comunicare a git di collegare quell'URL al repo locale.
git remote add origin git@github.com:NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY.git # Aggiungere l'URL git push # Inviare il lavoro locale sul server
Nota: il nome origin (così come master per il ramo principale) è solamente una convenzione e può essere scelto a piacere.
Esistente
Se il repo a cui collegarsi esiste già, usiamo il comando
git clone git@github.com:NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY.git
Nel log, tutti i rami figureranno come origin/ramo-1
. Per potersi agganciare con un ramo locale:
git checkout origin/ramo-1 # Spostarsi sulla commit puntata da ramo-1 remoto git checkout -b ramo-1 # Creare un nuovo ramo locale su questa commit git branch --set-upstream-to=origin/ramo-1 # Agganciare ramo-1 a origin/ramo-1
Nota: non è obbligatorio che il ramo locale abbia lo stesso nome del ramo remoto a cui è agganciato (ecco perché questi passaggi non sono automatici), ma fare il contrario sarebbe follia!
Push e Pull
A questo punto si può leggere e scrivere sui rami remoti del server origin/master, origin/ramo-1, etc. servendosi dei rami locali master, ramo-1, etc. coi quali eseguiamo l'ordinaria amministrazione del progetto. Usiamo per leggere e scrivere (rispettivamente) i comandi
git pull git push
Per ottenere tutti gli oggetti remoti (rami, tags, ...) creati da collaboratori, è necessario aggiungere
git pull --all
e quindi per visualizzare i branch remoti
git branch --remotes
Lavorare con git
Evitare tracciamento file
Artefatti e configurazioni del repository
Talvolta è necessario evitare di tracciare alcuni file, ad esempio gli artifatti della compilazione (file oggetto e binari), file di configurazione, file che contengono dati sensibili, e così via.
Per farlo, è sufficiente aggiungere il nome del file nel file nascosto .gitignore
nella root del repository, e committarlo.
Si possono aggiungere anche nomi di directory o pattern con wildcard.
File globali
Talvolta succede di "sporcare" il repository con file specifici di qualche applicazione che il singolo sviluppatore utilizza su tutti i repository, per esempio file di configurazione dell'editor di testo o di backup (*.swp
, *.~
).
Si può dunque usare un file .gitignore
globale per l'utente, che può essere messo nella ~
e specificato con:
git config --global core.excludesfile ~/.gitignore
Smettere di tracciare file ignorati
Può capitare di aggiungere un artefatto al repository, per sbaglio, e volerlo poi successivamente mettere tra i file ignorati. Però git ormai sta tenendo traccia di quel file, dunque come fare?
- Aggiungere il file al
.gitignore
- Vedere il/i file che sono tracciati, ma che dovrebbero essere ignorati:
git ls-files -ci --exclude-standard
- Rimuovere forzatamente i file indesiderati:
git rm --cached <file>
- git commit
Lavorare in team
Windows
Quando capita di condividere il codice con altre persone che utilizzano Windows, onde evitare problemi subdoli causati dalla presenza di diversi terminatori di riga nel codice sorgente (CRLF su Windows e LF su Linux), la cosa corretta da fare è configurare l'opzione autocrlf
a true
. In questo modo, i file sul repository conterranno sempre LF
come terminatore, e saranno opportunamente convertiti in CRLF
(e viceversa) quando si fa il checkout (e il commit) su Windows.
git config core.autocrlf true
Per MAC OS X, questo problema non si pone.
Merge
Quando si lavora in gruppo c'è sempre il rischio di "incrociarsi" nel pushare nuove commit, con conseguenti intrecci nella storia del progetto (amichevolmente detti "piazzole di sosta"). Per evitare ciò conviene seguire una procedura standard: non so se è la migliore però finora non ha mai dato problemi.
- Effettuare le proprie modifiche, al termine verificare se altri utenti hanno effettuato aggiornamenti nel mentre utilizzando
git fetch
- Se non viene stampato alcunché si può saltare al punto 6 effettuando la commit e pushando regolarmente.
- Altrimenti, aggiungere i files modificati alla staging area ed "accantonarli" in una stash. È utile specificare un messaggio di stash (come fosse una commit) per individuarla più facilmente nel caso ci fossero altre stash.
git stash push -m "merging in progress"
- A questo punto la cartella è stata riportata all'ultima commit scaricata. Effettuare il pull per scaricare le novità
git pull
- Recuperare le modifiche dallo stash. Questa operazione è analoga ad un merge, ma al termine non rimarrà traccia nella storia, che proseguirà linearmente
git stash pop
- Se il merge dallo stash va a buon fine si può passare al punto successivo, la stash viene eliminata automaticamente. Se invece le modifiche fatte confliggono con le novità appena scaricato (ciò viene notificato da git) è necessario integrare manualmente i punti (individuabili anche con
git diff
), ed eliminare la stash manualmente (git stash list
per individuarla,git stash drop stash@{xxx}
per eliminarla). - Il patema è finito, si può fare la commit e pushare, sperando che nella lettura di questa lista nessuno abbia fatto altro. Altrimenti ripartire dal punto 1.
git commit -m "commit interessante"
git push
Fondere più commit in uno solo
La storia attuale. In blu i commit che si vogliono squashare in uno solo.
59e5834 moved files
37af4b7 added README.md and LICENSE file
cd37805 repository structured as an arduino library
ac95564 added comments for UDP part
Si sceglie l'ultimo commit appena prima:
git rebase --interactive ac95564
Si apre automaticamente l'editor, e si vedono i commit (in ordine inverso).
Sostituire pick
(p) con squash
(s) per fondere i commit assieme, eccetto su quello più in alto.
Quando si chiude l'editor, si apre una nuova finestra dove è possibile editare il nuovo messaggio di commit.
Per annullare il rebase in corso, cancellare tutto il contenuto dell'editor e salvare.
Dividere un commit in più parti
La funzionalità di rebase
può essere utilizzata anche per riscrivere dei commit già esistenti, e aggiungerne di nuovi.
Scegliere il commit che si vuole suddividere, poniamo che sia ac95564
.
git rebase --interactive ac95564
Nell'editor, sostituire pick
con edit
in corrispondenza del commit che si desidera modificare, dopodiché avviare il rebase chiudendo l'editor.
Ad un certo punto, il rebase si interrompe, in corrispondenza del commit scelto, che può quindi essere modificato.
Prima togliere le modifiche dalla staging area con:
git reset HEAD~
Dopo riaggiungere ciò che si desidera aggiungere al primo commit, e committare, poi procedere col secondo, e così via. Esempio:
git add <file1> git commit git add <file2> --patch git commit git add <file2> git commit
Una volta soddisfatti:
git rebase --continue
Ignorare spazi bianchi
A volte capita di trovare codice scritto con editor non degni di questo nome, che non eliminano gli spazi vuoti in fondo alle righe. Per evitare di suscitare le ire degli scellerati manutentori, ed evitare di riempire il commit con centinaia di modifiche di spazi vuoti, usare:
git diff -U0 -w --no-color | git apply --cached --ignore-whitespace --unidiff-zero -
Eliminare branch
- Locale
git branch -d branchname
- Remoto
git push origin --delete branchname
Copie locali multiple
Quando si deve operare contemporaneamente su più di un branch dello stesso progetto è comodo clonare più volte il repository in cartelle separate, così da fare checkout come meglio si crede.
Ma così facendo si creano due working copy indipendenti, con cartelle .git
duplicate e branch locali a rigori differenti.
git worktree
permette di effettuare, appunto, dei checkout in cartelle diverse dal progetto principale ma afferenti ad una stessa .git
.
Oltre a ridurre l'occupazione di disco, le due copie locali condivideranno l'albero dei commit rendendo più agevoli le operazioni di merge/log.
Per creare una nuova copia locale (linked working tree) associata ad un certo branch
$ git worktree add path [branch]
Se non si specifica il branch ne viene creato uno nuovo, a partire dal commit corrente, prendendo il nome dalla directory di destinazione specificata nel path. Per approfondire, consultare la guida ufficiale.