Differenze tra le versioni di "Git"
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Versione delle 10:40, 6 ott 2021
Questa pagina è in continua evoluzione
Git è un sistema di controllo versione nato nel 2005 ad opera di Linus Torvalds con l'obiettivo principale di versionare il Kernel Linux. Questa non vuole essere una guida esaustiva, ma un prontuario per i comandi di uso più comune, con l'aggiunta di qualche consiglio. Per una trattazione completa, si rimanda alla guida ufficiale, disponibile anche in italiano.
Installazione e configurazione
Su sistemi Debian-derivati:
# apt-get install git
Su ArchLinux:
# pacman -S git
Si consiglia l'uso di ZSH per i suggerimenti nel completamento dei comandi.
Configurazione
I file di configurazione si trovano nei seguenti percorsi:
<repository_git_attuale>/.git/config # configurazione per singola cartella ~/.gitconfig # configurazione base per l'utente corrente /etc/gitconfig # configurazione di sistema (non necessariamente presente)
Alcune configurazioni importanti:
$ git config user.name Tizio Caio $ git config user.email tiziocaio@example.com $ git config user.signingkey <FOOTPRINT GPG> $ git config core.editor nano $ git config alias.co checkout
Aggiungendo l'opzione --global
, tali impostazioni diventeranno globali per l'utente corrente e non limitate al repository dal quale viene lanciato il comando.
Identità multiple
Nel caso in cui si volesse impostare una configurazione per tutti i repository all'interno di una determinata cartella, ad esempio per gestire separatamente un'identità personale ed una di lavoro, si può procedere come segue.
Nel ~/.gitconfig
si imposta, opzionalmente, una identità di fallback. I .gitconfig supplementari vengono richiamati soltanto se il repository è all'interno delle cartelle specificate da includeIf.
[user] name = Tizio email = tiziocaio@example.com [includeIf "gitdir:~/Lavoro"] path = ~/Lavoro/.gitconfig [includeIf "gitdir:~/Personale"] path = ~/Personale/.gitconfig
Poi, nei file ~/Lavoro/.gitconfig
e ~/Personale/.gitconfig
si esplicitano le identità da usare nel contesto di quelle sottodirectory:
[user] name = Tizio Caio email = tiziocaio@professional.example.com
Comandi di base
init
Inizializzare un repository vuoto:
$ git init <sottocartella>
Se non viene specificata una sottocartella sarà inizializzato in quella attuale.
Aggiungendo l'opzione --bare
sarà creato un repository di tipo bare, ovvero privo della working directory, adatto per essere usato come repository remoto e non come cartella di lavoro.
Stato dei file
Con il comando
$ git status
si ottengono informazioni sui file attualmente presenti nella cartella di lavoro: se ce ne sono di nuovi (U), modificati (M), eliminati (D), etc... Darà inoltre informazioni sulla sincronizzazione tra la commit attuale e quella remota.
Aggiungere/Rimuovere files
Aggiungere un file nuovo (untracked) o modificato (rispetto all'ultima commit eseguita) nella Staging Area, ovvero pronto per la prossima commit:
$ git add <nome_file>
Rimuovere un file dall'indice dei file tracciati (risulterà quindi untracked):
$ git rm --cached <nome_file>
Omettendo --cached
il file sarà anche eliminato dalla cartella (quindi definitivamente).
Commit!
Una volta aggiunti i file desiderati alla Staging Area, la prossima commit è pronta per essere "consolidata", cioè registrata nella cronologia del repository:
$ git commit
Sarà aperto l'editor di testo scelto (vedi sezione configurazione) per scrivere un breve messaggio rappresentativo della commit. Se il messaggio non è eccessivamente lungo (come spesso accade) è sufficiente accodare al comando di commit l'opzione -m "Messaggio per la commit"
.
Un'altra scorciatoia utile può essere l'opzione -a
, che aggiunge automaticamente tutti i file modificati (rispetto all'ultima commit eseguita) alla Staging Area senza dover eseguire add
ogni volta. Questa opzione agisce solo su quelli modificati e non su quelli nuovi, per i quali la add
è d'obbligo almeno la prima volta.
Il comando tipico di commit sarà quindi:
$ git commit -a -m "Riparato bug. Aggiunti commenti al codice."
L'esecuzione del comando commit senza l'aggiunta di file alla Staging Area (e quindi senza nemmeno l'opzione -a
) non avrà alcun effetto.
Se si commette un piccolo errore in una commit e si vuole modificare un file o il messaggio di commit stesso, senza però dover creare una nuova commit, può essere aggiunta l'opzione:
$ git commit --amend
!! ATTENZIONE: Non eseguire --amend
su una commit che è già stata inviata ad un server remoto condiviso.
Log
$ git log
elenca tutta la cronologia delle commit corredata di somma SHA-1, autore, data e ora di commit e messaggio.
È uno dei comandi col maggior numero di opzioni, dalla formattazione dell'output (più informazioni sull'autore, sulle commit firmate) al filtraggio (per autore, per data, per messaggio, etc...). Alcune delle più importanti sono:
--all
: elenca anche le commit relative ad altri branches (vedi sezione relativa)--oneline
: elenco sintetico con solamente ID SHA-1 e messaggio di commit--graph
: insieme a --all realizza una rappresentazione ASCII art della ramificazione del repository
Combinando insieme le 3 opzioni sarà visualizzata in modo sintetico (oneline) ed efficace (graph) tutta la cronologia del repo. Può essere utile definire un alias per questo comando (vedi sezione configurazione), ad esempio:
$ git config alias.megalog "log --all --oneline --graph"
Git online
Utilizzare un server git (repository remoto) può servire per:
- avere un backup del proprio progetto
- condividere il proprio progetto con altri
- lavorare in team sul progetto
- fare un fork di un progetto già esistente
Configurare un repository remoto
Server privato
Se si ha a disposizione un server personale o aziendale (per esempio un VPS), questo può essere configurato come repository git remoto.
Per una configurazione base, è sufficiente avere a disposizione un server SSH (quasi sicuramente già presente) e installare git (vedi sezione installazione). Eseguire quindi
cd /home/utente/<cartella_git> git init --bare
Si noti in questo caso l'utilità dell'opzione bare
, che non crea una working directory su cui poter lavorare direttamente (spesso non necessaria su un server) ma solo il database dei file, risparmiando spazio di archiviazione.
Se si desidera avere un'interfaccia web più user-friendly, si può installare Gitea (al GOLEM abbiamo la nostra istanza), oppure GitLab, solo per citare due delle più famose piattaforme.
Servizio online
In alternativa ci si può affidare ad un servizio online, come GitHub (il più popolare), GitLab (che può essere anche usato on-premise) o BitBucket. Dopo il login (email o nome utente e password) si può procedere alla creazione di un nuovo repository con l'apposito pulsante. Saranno forniti quindi due URL per accedere:
https://github.com/NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY # URL https per sola lettura (download pubblico) git@github.com:NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY.git # Sintassi SSH anche per la scrittura (se il proprietario ci autorizza alla modifica)
Collegare il repo locale a quello remoto
Nuovo
In entrambi i casi, dopo aver creato un repo remoto si deve comunicare a git di collegare quell'URL al repo locale.
git remote add origin git@github.com:NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY.git # Aggiungere l'URL git push # Inviare il lavoro locale sul server
Nota: il nome origin (così come master per il ramo principale) è solamente una convenzione e può essere scelto a piacere.
Esistente
Se il repo a cui collegarsi esiste già, usiamo il comando
git clone git@github.com:NOME_UTENTE/NOME_REPOSITORY.git
Nel log, tutti i rami figureranno come origin/ramo-1
. Per potersi agganciare con un ramo locale:
git checkout origin/ramo-1 # Spostarsi sulla commit puntata da ramo-1 remoto git checkout -b ramo-1 # Creare un nuovo ramo locale su questa commit git branch --set-upstream-to=origin/ramo-1 # Agganciare ramo-1 a origin/ramo-1
Nota: non è obbligatorio che il ramo locale abbia lo stesso nome del ramo remoto a cui è agganciato (ecco perché questi passaggi non sono automatici), ma fare il contrario sarebbe follia!
Push e Pull
A questo punto si può leggere e scrivere sui rami remoti del server origin/master, origin/ramo-1, etc. servendosi dei rami locali master, ramo-1, etc. coi quali eseguiamo l'ordinaria amministrazione del progetto. Usiamo per leggere e scrivere (rispettivamente) i comandi
git pull git push
Per ottenere tutti gli oggetti remoti (rami, tags, ...) creati da collaboratori, è necessario aggiungere
git pull --all
e quindi per visualizzare i branch remoti
git branch --remotes
Lavorare con git
Evitare tracciamento file
Artefatti e configurazioni del repository
Talvolta è necessario evitare di tracciare alcuni file, ad esempio gli artifatti della compilazione (file oggetto e binari), file di configurazione, file che contengono dati sensibili, e così via.
Per farlo, è sufficiente aggiungere il nome del file nel file nascosto .gitignore
nella root del repository, e committarlo.
Si possono aggiungere anche nomi di directory o pattern con wildcard.
File globali
Talvolta succede di "sporcare" il repository con file specifici di qualche applicazione che il singolo sviluppatore utilizza su tutti i repository, per esempio file di configurazione dell'editor di testo o di backup (*.swp
, *.~
).
Si può dunque usare un file .gitignore
globale per l'utente, che può essere messo nella ~
e specificato con:
git config --global core.excludesfile ~/.gitignore
Lavorare in team
Quando si lavora in gruppo c'è sempre il rischio di "incrociarsi" nel pushare nuove commit, con conseguenti intrecci nella storia del progetto (amichevolmente detti "piazzole di sosta"). Per evitare ciò conviene seguire una procedura standard: non so se è la migliore però finora non ha mai dato problemi.
- Effettuare le proprie modifiche, al termine verificare se altri utenti hanno effettuato aggiornamenti nel mentre utilizzando
git fetch
- Se non viene stampato alcunché si può saltare al punto 6 effettuando la commit e pushando regolarmente.
- Altrimenti, aggiungere i files modificati alla staging area ed "accantonarli" in una stash. È utile specificare un messaggio di stash (come fosse una commit) per individuarla più facilmente nel caso ci fossero altre stash.
git stash push -m "merging in progress"
- A questo punto la cartella è stata riportata all'ultima commit scaricata. Effettuare il pull per scaricare le novità
git pull
- Recuperare le modifiche dallo stash. Questa operazione è analoga ad un merge, ma al termine non rimarrà traccia nella storia, che proseguirà linearmente
git stash pop
- Se il merge dallo stash va a buon fine si può passare al punto successivo, la stash viene eliminata automaticamente. Se invece le modifiche fatte confliggono con le novità appena scaricato (ciò viene notificato da git) è necessario integrare manualmente i punti (individuabili anche con
git diff
), ed eliminare la stash manualmente (git stash list
per individuarla,git stash drop stash@{xxx}
per eliminarla). - Il patema è finito, si può fare la commit e pushare, sperando che nella lettura di questa lista nessuno abbia fatto altro. Altrimenti ripartire dal punto 1.
git commit -m "commit interessante"
git push
Fondere più commit in uno solo
La storia attuale. In blu i commit che si vogliono squashare in uno solo.
59e5834 moved files
37af4b7 added README.md and LICENSE file
cd37805 repository structured as an arduino library
ac95564 added comments for UDP part
Si sceglie l'ultimo commit appena prima:
git rebase --interactive ac95564
Si apre automaticamente l'editor, e si vedono i commit (in ordine inverso).
Sostituire pick
(p) con squash
(s) per fondere i commit assieme, eccetto su quello più in alto.
Quando si chiude l'editor, si apre una nuova finestra dove è possibile editare il nuovo messaggio di commit.
Ignorare spazi bianchi
A volte capita di trovare codice scritto con editor non degni di questo nome, che non eliminano gli spazi vuoti in fondo alle righe. Per evitare di suscitare le ire degli scellerati manutentori, ed evitare di riempire il commit con centinaia di modifiche di spazi vuoti, usare:
git diff -U0 -w --no-color | git apply --cached --ignore-whitespace --unidiff-zero -
Eliminare branch
- Locale
git branch -d branchname
- Remoto
git push origin --delete branchname